I voti ai protagonisti del secondo atto, che prelude alla gran finale di sabato, raccontano di una serata variegata, dove le interpretazioni si sono alternate tra il geniale e il prevedibile. L’Australia, rappresentata da Go-Jo con il suo Milkshake Man, ha offerto una performance esteticamente accattivante, caratterizzata da un look scintillante e da una canzone ricca di doppi sensi, reminiscente dei film di Alvaro Vitali, ma ha raccolto solo un 4,5.
Il Montenegro, con Nina Žižić e la sua Dobrodošli, ha cercato di portare un tocco di classicità moderna, ma l’eleganza vocale non è riuscita a rinnovare una composizione già datata, risultando in un 5. L’Irlanda ha stupito con EMMY e il suo brano Laika Party, una stravaganza degna di un jingle animato, che le ha valso un 4, a conferma che l’originalità non sempre paga.
Dalla Lituania, le Tautumeitas in Bur Man Laimi hanno offerto un’esibizione incantevole, ma i costanti intrecci vocali hanno finito per appesantire il brano, valutato con un 5. L’Armenia ha presentato PARG con Survivor, un pezzo rock dal sapore retorico che richiama i successi alla Imagine Dragons, ideato però da autori famosi per lavori con Nemo e Loreen, chiudendo con un 5. JJ, rappresentante dell’Austria, ha offerto Wasted Love, ma l’opera pop non ha convinto, portando a un deludente 4.
Dal Regno Unito, Remember Monday con What The Hell Just Happened? hanno portato sul palco l’atmosfera post-festa, ma senza la brillantezza che ci si aspetterebbe dal paese; il 5 assegnato riflette una performance sottotono. Klavdia per la Grecia si è esibita con Asteromáta, rimanendo fedele alla tradizione musicale, pur senza innovare, guadagnandosi un 5.
La Lituania ha riprovato con Katarsis e Tavo Akys; tuttavia, il loro rock dark non ha colto nel segno, rimanendo fuori contesto e ottenendo un 5. Miriana Conte, orgoglio di Malta, ha dominato il palco con Serving, una celebrazione dell’eccesso che ha portato a un ottimo 7,5. Dalla Georgia, Mariam Shengelia con Freedom ha mostrato capacità vocale e carisma, ma la canzone datata ha frenato il punteggio a un 6.
La Francia, con Louane e mamma, ha mirato al cuore, ma il brano non ha eguagliato l’intensità della storia personale, raggiungendo solo un 6. Sissal dalla Danimarca con Hallucination non ha lasciato un segno significativo, fermandosi a un 5. La Repubblica Ceca, rappresentata dagli ADONXS con Kiss Kiss Goodbye, ha offerto una performance passabile ma non incisiva, valutata con un 5,5.
Laura Thorn ha dato al Lussemburgo un soffio di dolcezza con La Poupée Monte Le Son, raggiungendo un onesto 6. Israele, rappresentato da Yuval Raphael con New Day Will Rise, ha emozionato per la storia personale, ma non altrettanto musicalmente, e ha racimolato un 5. Germania, con Abor & Tynna e Baller, ha impressionato meno di quanto ci si aspettava, nonostante l’energia del pezzo tamarro, ottenendo un 6,5.
Infine, la Serbia con Princ e Mila, ha offerto una ballad coinvolgente, senza però distinguersi considerevolmente, meritando un 5,5. L’esibizione finlandese di Erika Vikman con ICH KOMME ha seguito la scia dei doppi sensi senza però brillare, concludendo con un modesto 3.