Il 7 marzo di un anno imprecisato, Giovanni Paoli, giornalista dalla straordinaria sensibilità e figlio maggiore del famoso cantante Gino Paoli, si è spento improvvisamente a 60 anni a causa di un attacco cardiaco, mentre si trovava nell’unità coronarica dell’ospedale Niguarda di Milano. La sua carriera giornalistica era segnata da un talento raro e una capacità unica di comprendere le persone e raccontare storie.
Giovanni ricopriva il ruolo di direttore responsabile del portale Dillingernews e aveva lavorato come vice direttore per la rivista Novella 2000, dove era stato riconosciuto per la sua professionalità e dedizione al lavoro. Era una figura molto amata dai suoi colleghi e dalle celebri personalità con cui aveva collaborato, mai visto perdere la calma, né parlava male di qualcuno. Al massimo, le sue espressioni facciali e le battute argute e ironiche rivelavano i suoi veri pensieri.
Nel mondo del giornalismo, Giovanni era una risorsa insostituibile, sempre disponibile ad aiutare i colleghi più giovani, senza mai risparmiarsi nel lavoro. Aveva un talento speciale per cogliere l’essenza dell’animo umano, come dimostrano le sue interviste significative e perspicaci con vari artisti, tra cui una memorabile con Ornella Vanoni e con il padre stesso, in cui si ricordava il loro amore del passato.
Nato a Genova nel 1964 dal matrimonio tra il cantautore e Anna Maria Fabbri, Giovanni è cresciuto nello speciale quartiere di Boccadasse, con i gatti sui tetti, che hanno sempre occupato un posto speciale nel suo cuore. Nel medesimo anno, Gino Paoli ebbe anche Amanda Sandrelli da una relazione con Stefania, evento che suscitò scandalo nei media dell’epoca. Nonostante ciò, Giovanni e Amanda hanno coltivato un rapporto di fratellanza indissolubile nel tempo.
Giovanni ha iniziato il suo cammino nel giornalismo nella rivista Noi, sotto la direzione di Gigi Vesigna, per poi passare a ruoli di maggiore responsabilità in pubblicazioni come Chi e Voi, scrivendo anche per LeiStyle e Diva&Donna. Le esperienze maturate gli permisero di sviluppare una conoscenza profonda della musica, influenzata dagli anni giovanili in cui, mentre studiava Psicologia e volontariato come barelliere, suonava nella band del padre.
Fino alla fine, Giovanni si è preso cura della madre con dedizione e amore infiniti, lasciando una figlia diciottenne, Olivia, cresciuta con affetto e ammirazione, oltre a un’ex moglie e una famiglia estesa di colleghi che lo consideravano un punto di riferimento, capace di alleggerire anche le situazioni più difficili con una battuta o un sorriso. Nella memoria di chi lo ha conosciuto, Giovanni rimane come un professionista insuperabile e un uomo dal cuore grande.