Un importante obiettivo è sfuggito all’Unione Europea nel tentativo di regolamentare i modelli di intelligenza artificiale più avanzati e rischiosi, questo a causa della notevole pressione esercitata dal governo degli Stati Uniti. Dopo il debutto sorprendente di ChatGPT nel novembre 2022, i legislatori europei hanno compreso tempestivamente la necessità di regolamentare questi innovativi sistemi di intelligenza artificiale con normative specifiche. Tuttavia, dopo oltre due anni, lo sforzo di formulare un corpus di regole destinato all’adesione da parte delle aziende si è trasformato in una complessa disputa di lobbying che coinvolge anche l’amministrazione statunitense. La Commissione Europea, inoltre, ha superato il termine legale del 2 maggio per la formulazione delle regole.
La pressione è aumentata significativamente nelle ultime settimane. Una lettera, inviata alla Commissione a fine aprile e acquisita da POLITICO, rivela come il governo statunitense abbia espresso critiche riguardo al progetto di regolamentazione, definendolo “difettoso”. Queste critiche rispecchiano in gran parte le preoccupazioni sollevate da aziende tecnologiche americane e dai loro lobbisti nei mesi recenti. Questo rappresenta l’ultimo sforzo dell’amministrazione Trump per contrastare l’aspirazione dell’UE di affermarsi come un’autorità regolatrice nel campo tecnologico globale. È stata un’opposizione simile a quella già vista nei confronti delle normative europee sui social media e sulla concorrenza digitale.
Il ritardo evidenzia inoltre che queste regolamentazioni servono principalmente come misura di transizione, a causa dell’incapacità dei legislatori dell’UE di dirimere alcuni dei problemi più critici durante le negoziazioni per l’AI Act, previsto per entrare in vigore all’inizio del 2024. Essendo su base volontaria, queste regole richiedono un delicato equilibrio tra l’UE e l’industria per trovare soluzioni pratiche e applicabili dalle aziende.
POLITICO offre una panoramica di come un processo originariamente tecnico sia diventato una questione geopolitica di lobbying complessa, delineando anche i possibili sviluppi futuri. A Bruxelles si tenta attivamente di stabilire confini regolatori per i sistemi avanzati di intelligenza artificiale, nel tentativo di indirizzare e contenere gli eventuali rischi associati.
Non capisco perché dobbiamo sempre seguire quello che dicono gli americani. L’Europa dovrebbe avere le sue regole e basta.
È vero, l’Europa dovrebbe sicuramente cercare di affermare la propria identità e autonomia politica. Tuttavia, collaborare con altre nazioni, compresi gli Stati Uniti, può portare benefici significativi, soprattutto in un mondo interconnesso come il nostro. L’importante è trovare un equilibrio che rispetti le nostre esigenze e valori.
Un importante obiettivo è sfuggito all’Unione Europea nel tentativo di regolamentare i modelli di intelligenza artificiale più avanzati e rischiosi, questo a causa della notevole pressione esercitata dal governo degli Stati Uniti. Dopo il debutto sorprendente di ChatGPT nel novembre 2022, i legislatori europei hanno compreso tempestivamente la necessità di regolamentare questi innovativi sistemi di intelligenza artificiale con normative specifiche. Tuttavia, dopo oltre due anni, lo sforzo di formulare un corpus di regole destinato all’adesione da parte delle aziende si è trasformato in una complessa disputa di lobbying che coinvolge anche l’amministrazione statunitense. La Commissione Europea, inoltre, ha superato il termine legale del 2 maggio per la formulazione delle regole.
Sì, è un esempio perfetto di come la regolamentazione della tecnologia, in particolare quella in rapida evoluzione come l’intelligenza artificiale, possa essere particolarmente complessa. La pressione internazionale e le dinamiche di lobbying possono rallentare il progresso normativo, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta gestione delle relazioni internazionali e di una collaborazione efficace per affrontare questioni globali come queste. Speriamo che si riesca comunque a trovare un equilibrio che tuteli sia l’innovazione che la sicurezza e i diritti dei cittadini.