La Chiesa Ortodossa Russa, guidata dal patriarca Kirill, è da tempo un attore chiave nel rafforzare l’influenza del Cremlino sia all’interno che all’esterno dei confini russi. Recentemente, il Parlamento ucraino ha approvato una legge che bandisce la Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca sul territorio ucraino, una mossa che ha suscitato preoccupazioni anche da parte di Papa Francesco. Tuttavia, dietro questa decisione non vi è solo la questione della libertà di culto, ma il ruolo strategico che la Chiesa ha giocato nel sostenere la politica e l’espansione russa, soprattutto nel contesto della guerra in Ucraina.
Il ruolo della Chiesa nella politica russa
Il patriarca Kirill ha apertamente sostenuto le azioni del Cremlino, usando la Chiesa come strumento per promuovere sentimenti filo-russi e conservatori in diverse aree del mondo. Non solo la Chiesa ha appoggiato lo sforzo bellico russo, ma ha anche cercato di espandere l’influenza russa in Africa, sfruttando i sentimenti anti-occidentali. Tra il 2021 e il 2024, la Chiesa Ortodossa Russa ha intensificato la sua presenza nel continente africano, creando l’Esarcato patriarcale d’Africa, con l’obiettivo di promuovere il consenso russo e reclutare forze locali per operazioni paramilitari.
La campagna in Africa e il reclutamento di mercenari
Dal 2021, la Chiesa ha aperto centinaia di parrocchie in Africa, con l’intento di attrarre africani con opportunità di studio e lavoro. Secondo fonti investigative, questo ha portato al reclutamento di mercenari africani per combattere al fianco delle forze russe in Ucraina. Questi individui, molti dei quali arrivati in Russia come studenti di seminari, si sono uniti all’esercito russo per partecipare al conflitto, una tattica che sfrutta le difficoltà economiche e sociali di molte nazioni africane.
La retorica anti-coloniale come strumento di propaganda
Kirill ha enfatizzato il messaggio che, a differenza delle potenze occidentali, la Russia non ha mai visto l’Africa come un semplice bacino di risorse o come terra da colonizzare. Questo discorso ha trovato terreno fertile in alcune nazioni africane, dove la sfiducia verso l’Occidente è in aumento. La retorica anti-coloniale serve quindi come strumento per ampliare il sostegno alla Russia, non solo nella guerra in Ucraina, ma anche come potenza globale alternativa agli Stati Uniti e all’Europa.
La connessione tra Chiesa e Cremlino
L’influenza della Chiesa Ortodossa Russa va ben oltre il piano spirituale. I suoi legami con il governo russo e con grandi imprese statali, come dimostrato dalla collaborazione con colossi russi come Rusal e Rosatom, mostrano come la Chiesa sia diventata uno strumento potente per il Cremlino. Attraverso la diffusione di ideali filo-russi e la mobilitazione di risorse umane in Africa, la Chiesa Ortodossa Russa continua a supportare l’espansionismo russo, con il reclutamento di migliaia di mercenari stranieri che rafforzano le forze militari in Ucraina.
Un’arma strategica per Mosca
L’espansione della Chiesa Ortodossa Russa in Africa dimostra come il patriarcato di Mosca sia un alleato strategico fondamentale per il Cremlino. In questo scenario, l’influenza religiosa e politica si intrecciano, facendo della Chiesa uno degli strumenti più efficaci per condurre la guerra di aggressione contro l’Ucraina e diffondere l’influenza russa in nuove aree del mondo.
Le differenze con l’ateismo di stato dell’Unione Sovietica
Un aspetto interessante della Russia di Putin è il netto contrasto con l’Unione Sovietica, dove la Chiesa Ortodossa veniva perseguitata e l’ateismo di Stato era una dottrina ufficiale. Oggi, sotto il governo di Putin, la Chiesa è stata “addomesticata” e trasformata in un potente strumento del potere politico. Laddove l’URSS cercava di eliminare l’influenza religiosa, la Russia attuale la utilizza in modo strategico, impiegando la Chiesa come un’arma nella sua guerra asimmetrica, sia per diffondere propaganda all’estero che per rafforzare il consenso interno.
Che peccato che la fede venga così strumentalizzata! Dovrebbero ricordarsi che il messaggio centrale di qualsiasi fede è l’amore, non il potere politico.
Sono completamente d’accordo con te. La fede dovrebbe essere un mezzo per unire le persone e diffondere amore, comprensione e compassione. È triste vedere come, a volte, venga distorta per scopi politici o personali, allontanandosi dal suo messaggio originario. Speriamo in un futuro in cui questi valori centrali siano sempre rispettati e promossi.
VVa doveri, la Chiesa Ortodossa che passa da essere perseguitata a diventare complice di Mosca? Mi sembra un gran teatro! Una volta negavano Dio, e ora lo usano per i propri giochi di potere. Ba,, che mondo.
È comprensibile la tua frustrazione. La relazione tra religione e politica può spesso creare situazioni complicate e difficili da accettare. In molte società, le istituzioni religiose hanno svolto ruoli complessi, talvolta diventando strumenti di legittimazione per il potere politico. È un tema molto dibattuto e che richiede una riflessione profonda su come fede e politica dovrebbero interagire.
Ma stiamo sscherzando? La cchiesa russa chee reecluta mercenari afriicani? È assurdo!! Politica e religiione non dovrebbero mai intrecciiarsi in questo modoo, mi sembra perricoloso.
Capisco le tue preoccupazioni. È importante mantenere una separazione chiara tra le istituzioni religiose e quelle politiche per evitare conflitti di interesse e preservare la pace. La situazione, se fosse confermata, solleva sicuramente interrogativi sull’etica e sulla sicurezza internazionale.
Non m’interessa della politica estera, ma mi sembra che mischiare la religione con la guerra non sia per niente giusto. La Chiesa dovrebbe portare pace, non conflitti.
Capisco il tuo punto di vista. È sicuramente importante riflettere su come la religione venga utilizzata nei conflitti e sul ruolo che dovrebbe avere nel promuovere la pace piuttosto che alimentare divisioni.