L’attuale conflitto tra Israele e Iran ha visto l’escalation delle operazioni militari con un uso intensivo di missili e droni. Israele sta concentrando i suoi sforzi nella neutralizzazione delle postazioni di lancio dell’Iran, conducendo operazioni su suolo nemico e cercando di sferrare attacchi mirati per ridurre la capacità offensiva avversaria. L’esercito israeliano ha recentemente dichiarato di aver eliminato circa 120 lanciatori, una cifra che rappresenta un terzo del totale iraniano.

Nel cuore del territorio iraniano, le forze israeliane hanno preso di mira installazioni chiave a Tabriz, Khermanshah e Ghadir. Tra le strutture colpite vi sono due cosiddette città sotterranee, gallerie costruite per ospitare dozzine di sistemi missilistici. Queste infrastrutture sono state sviluppate sotto la guida dell’esperto militare Amir Hajizadeh, recentemente deceduto durante un’offensiva di Israele. La guida delle operazioni è ora passata al generale Sayed Mousavi, già vice di Hajizadeh, che si trova a gestire una situazione caotica tra la perdita di numerosi comandanti e attacchi continui.

L’Iran, nonostante le perdite, mantiene ancora una considerevole capacità di risposta, con missili che hanno causato danni significativi a infrastrutture civili e militari israeliane. Le forze iraniane utilizzano missili come il Qiam 1 e il Fateh 110, e stanno adottando tattiche innovative per cercare di violare le difese israeliane. Nonostante ciò, l’impiego costante degli “intercettori” israeliani sta rapidamente esaurendo le scorte, portando alla domanda se gli Stati Uniti interverranno per rifornire Israele.

Israele ha esteso i suoi raid fino a Mashad, prendendo di mira strutture governative e infrastrutture critiche nel tentativo di destabilizzare l’Iran e creare panico tra la popolazione. L’AIEA ha confermato che diversi centri di ricerca, inclusi quelli a Natanz e Isfahan, sono stati colpiti, causando danni significativi ma non distruttivi alle capacità nucleari iraniane.

Sul fronte interno iraniano, le autorità hanno intensificato le misure di sicurezza per prevenire attacchi sabotaggio, dopo che diversi veicoli esplosivi sono stati scoperti a Teheran. Si sospetta che dietro questi sabotaggi ci siano agenti collegati al Mossad o gruppi d’opposizione interni, che potrebbero approfittare della situazione per fomentare ulteriori disordini.

In questo teatro complesso e in rapida evoluzione, la questione cruciale è quanto a lungo potranno sostenersi i rispettivi sforzi militari. Mentre Israele prosegue con la sua campagna offensiva, l’Iran deve bilanciare tra difesa interna e azioni di ritorsione, in un conflitto che non mostra segni di rallentamento.

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