Le famiglie delle vittime, di Piazza Fontana a Milano alla Banca Nazionale dell’Agricoltura delle stragi di Stato degli anni di piombo, soffrono e ricordano per sempre di generazione in generazione passando quella testimonianza dolorosa al Paese. Ci sono due verità da considerare quella storica che la strage di Piazza Fontana a Milano è stata perpetrata minuziosamente, con una ferocia inaudita, da quell’estrema destra eversiva Ordine Nuovo. L’altra verità è quella che ancora non si è fatta giustizia anzi continui depistaggi e sentenze beffa hanno acuito il dolore di quelle morti innocenti, per l’arco di tempo di cinquant’anni, ancora di più alle famiglie delle vittime. Per quanto riguarda la regia di quell’orrore con i depistaggi si può pensare che ci sono state delle coperture dall’alto anche perché i posti chiave erano ancora occupati da uomini del vecchio regime? Questo attentato alla vita civile non ha nulla di umano e chi l’ha organizzato e chi materialmente l’ha fatto sapeva benissimo di quello che produceva solo morte e distruzione per seminare paura e indifferenza, strategia della tensione, per mantenere cosi un potere occulto. Comportamento da belve senza una coscienza umana per portare morte nel mucchio. L’attentato è stato il primo dal dopoguerra con atrocità assurda, di una lunga serie di altri fatti cruenti, scosse profondamente il corso della vita democratica della città di Milano e di tutto il Paese. La città di Milano seppe dare una risposta esemplare a tutto quell’orrore. Riflettendo quel messaggio di compostezza democratica in tutto il Paese. Le nuove generazioni, attraverso la memoria delle testimonianze, devono sapere quello che è successo il 12 dicembre 1969 alle 16,30 alla Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano una delle pagine più nere della storia dell’Italia Repubblicana