Il rapper italiano Marracash ha presentato la sua ultima trilogia musicale, un progetto che rappresenta un viaggio profondo nella sua psiche, superando i tradizionali schemi del rap. Questa trilogia, lanciata nell’arco di cinque anni, ha inciso profondamente sul panorama musicale, distanziandosi dai soliti temi “bitch-Vuitton-street”. Nonostante i suoi sforzi, la strada tracciata da Marracash è rimasta poco seguita, neppure dai partecipanti al suo festival Marrageddon, ideato per spingere i limiti del genere.

Il tour, che ha fatto tappa a Torino attirando 37 mila spettatori e vendendo complessivamente 270 mila biglietti, aspira a qualcosa di più di un semplice concerto. Marracash ha dichiarato di voler realizzare uno spettacolo che offra un’esperienza unica, non solo musicale. La scaletta è infatti dominata dai pezzi della trilogia, escludendo i suoi maggiori successi del passato come “Badabum Cha Cha” e “King del rap”, che non troverebbero spazio in questo contesto narrativo.

La rappresentazione dal vivo riflette l’espansione della mente del rapper in un ambiente scenico che rievoca un laboratorio scientifico. Nel prologo video, si vede il rapper addormentarsi, introducendo il pubblico a un viaggio guidato dal concetto. La band e i performer, vestiti da tecnici in camice bianco, si muovono in un ambiente dominato da un grande occhio artificiale animato da Matilda De Angelis, simbolo dell’intelligenza artificiale che osserva e dialoga con il protagonista.

Lo spettacolo si apre con “Power Slap”, un attacco all’industria musicale e i suoi attori, seguito da “Gli sbandati hanno perso” in cui Marracash critica un avversario simbolico, Fabio. L’ego del rapper sembra sopraffare ogni cosa, fino al punto in cui l’intelligenza artificiale evidenzia la necessità di autenticità sopra l’apparenza. Un momento di vulnerabilità viene mostrato in “Bastavano le briciole”, segno che il rapper è sbilanciato e insoddisfatto.

A questo punto entra in gioco un cambio di rotta, rappresentato da un cambio d’abiti e dall’introduzione di Madame, che, in un abito virginale, duetta portando equilibrio sulla scena. Un grande colpo di scena si verifica con il crollo di Fabio e il corto circuito del laboratorio, seguiti da brani come “Crazy Love” e “Crudelia” che infondono nuova vita. Lo spettacolo si conclude con una sorta di riconnessione spirituale che porta a un pareggio tra le due forze.

La performance, definita dallo stesso Marracash come un “concept live”, si distingue per l’assenza di ospiti celebri e per la volontà di restare fedele a sé stesso e al pubblico. Una scelta di coerenza, senza cercare facili consensi, che sottolinea la profonda consapevolezza artistica del rapper.

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