A Bruxelles, i Paesi dell’Unione Europea hanno espresso chiaramente la loro posizione in merito a un eventuale accordo commerciale con l’amministrazione Trump che possa rispecchiare l’intesa recentemente siglata tra Stati Uniti e Regno Unito. Gli Stati membri si sono dichiarati contrari a utilizzare una tariffa di base del 10% come punto di partenza per le trattative. In caso di proposta simile, il blocco europeo si riserva di adottare misure di ritorsione. Il ministro del Commercio svedese, Benjamin Dousa, ha manifestato apertamente la sua disapprovazione, sottolineando che, purtroppo, non sembra probabile un accordo tra le due sponde dell’Atlantico nel breve termine.

Recentemente, Washington ha stipulato un accordo con Londra che prevede la riduzione delle tariffe su automobili e acciaio britannici, ma ha lasciato invariata la controversa tariffa del 10% istigata dal Presidente Trump ad aprile, nota come “Giorno della Liberazione”. Contemporaneamente, Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un’intesa, riducendo rispettivamente al 30% e al 10% le tariffe sui propri beni. Mentre l’UE resta in attesa di negoziati concreti, c’è una certa apprensione a Bruxelles che il blocco possa essere relegato in secondo piano dall’agenda di Trump. Nonostante ciò, Maroš Šefčovič, principale negoziatore commerciale per la Commissione europea, ha avuto recentemente un confronto costruttivo via telefono con Howard Lutnick, il segretario al commercio statunitense, per intensificare la cooperazione tecnica.

La Commissione europea, incaricata di guidare le negoziazioni per il blocco, sta cercando di mantenere coesa la posizione degli Stati membri per evitare disgregazioni davanti alla Casa Bianca. La riunione dei ministri del Commercio dell’UE, avvenuta giovedì, prende piede dopo che gli Stati Uniti hanno inviato una comunicazione formale, il cui contenuto è stato riportato per la prima volta da POLITICO, delineando le aspettative di Washington nei confronti del blocco. Questo passo sembra segnalare una disponibilità alla negoziazione da parte americana nel contesto della disputa commerciale in corso.

Esistono aree di potenziale collaborazione tra Washington e Bruxelles, che includono la gestione delle eccedenze nel mercato dell’acciaio, la diminuzione delle dipendenze dai minerali critici e una maggiore cooperazione su tecnologie sensibili come l’intelligenza artificiale, come sottolineato da Šefčovič. Inoltre, Michał Baranowski, ministro polacco per lo sviluppo economico, ha accolto positivamente la diminuzione delle tensioni, enfatizzando che l’UE non dovrebbe affrettare un eventuale accordo con gli Stati Uniti. L’obiettivo deve essere un’intesa di qualità piuttosto che una conclusione rapida.

La Commissione, pur criticando l’accordo tra Regno Unito e Stati Uniti, reputa che non sia ancora un vero accordo completo ma un punto di partenza politico per avviare i negoziati. Matthias Jørgensen, a capo dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti per la Commissione, ha segnalato dubbi sulla natura delle concessioni fatte dal Regno Unito.

Se l’UE e gli Stati Uniti non raggiungeranno un accordo entro luglio, verrà applicata una tariffa più elevata del 20%. Attualmente, oltre alla tariffa del 10%, Washington impone anche una tassa del 25% su auto, acciaio e alluminio. Le riserve dell’UE si concentrano sulla necessità di dialoghi significativi per stabilire un autentico partenariato commerciale con gli Stati Uniti. Per alcuni paesi, come l’Ungheria, una tariffa di base del 10% potrebbe essere accettabile, come dichiarato dal viceministro Levente Magyar. Questi sviluppi sottolineano la complessità dei negoziati in corso e le varie sfide che l’UE deve affrontare.

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