Gli eventi nella capitale iraniana hanno scatenato una serie di reazioni a catena che stanno mettendo sotto pressione l’intera regione. Alcune fonti di alto livello affermano che anche la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, potrebbe essere tra gli obiettivi, mentre il primo ministro d’Israele sottolinea che i capi di Teheran starebbero “facendo le valigie” in vista di possibili sviluppi. L’Iran ha risposto con un’intensa ondata di missili su diverse città, provocando numerose vittime. Il presidente russo Vladimir Putin ha preso l’iniziativa di contattare la Casa Bianca per discutere la situazione.
A Tel Aviv, un cittadino israeliano si trova tra le macerie di edifici gravemente danneggiati a Ramat Gan, a seguito dell’attacco iraniano della scorsa notte che ha causato la morte di tre persone. Gli allarmi dei telefoni cellulari avvisano la popolazione locale di un imminente attacco dall’Iran, concedendo solo pochi minuti per rifugiarsi in luoghi sicuri. Purtroppo, le ondate di missili, che hanno causato quattro morti, mettono a dura prova il sistema di difesa israeliano, che sembra non aver sempre funzionato correttamente.
Le città costiere e le aree circostanti, che ospitano circa due milioni di abitanti, sono diventate il fulcro di questo conflitto accanto a Gerusalemme. Le autorità locali sono impegnate a trovare riparo per i residenti sfollati mentre i militari perlustrano le aree colpite per neutralizzare eventuali ordigni inesplosi. Anche le operazioni di ricerca e soccorso procedono spedite, salvando vite umane, come nel caso di una bambina soccorsa dai vigili del fuoco.
I generali iraniani sembrano utilizzare la suspense dell’attesa come una vera e propria arma, con missili mirati alle infrastrutture israeliane, mentre le forze armate di Gerusalemme rispondono colpendo Teheran con precisione chirurgica. La tensione è palpabile, con le forze israeliane determinatissime a colpire obiettivi sensibili, compresi i capi del regime iraniano.
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian emette avvertimenti espliciti, minacciando non solo Israele ma anche i suoi alleati occidentali. Nel frattempo, Benjamin Netanyahu dichiara in un video che Israele continuerà ad attaccare senza indugio. Fonti vicine al governo israeliano suggeriscono che un attacco diretto a Khamenei potrebbe essere in fase di pianificazione, pur mantenendo che un cambio di regime in Iran non è un obiettivo.
Le forze israeliane rivendicano il dominio dei cieli sopra Teheran, potendo così condurre operazioni aeree quasi indisturbate. Tuttavia, le conseguenze sono devastanti, con gravi perdite umane e la distruzione di infrastrutture vitali per l’Iran.
Il premier israeliano continua a spingere la propria agenda di guerra, mentre la soluzione diplomatica sembra allontanarsi. Donald Trump, in contatto con Putin, sembra comunque cercare di mantenere uno spiraglio per i negoziati con Teheran, nonostante la crescente ostilità iraniana alle trattative a causa dei continui attacchi. Nel frattempo, le aspettative di un intervento statunitense a favore di Israele rimangono un tema caldo nelle stanze del potere a Gerusalemme.