Il fenomeno dei tormentoni musicali rappresenta una forma d’arte o, per lo meno, una disciplina che richiede un impegno notevole e un lavoro costante. Tuttavia, il successo finale non è mai garantito. Infatti, sebbene si possano adottare strategie ben pianificate e ricevere un aiuto iniziale, è il pubblico che ha l’ultima parola. Un esempio recente di questo fenomeno è “Italodisco” dei The Kolors, un brano nato senza grandi aspettative ma che ha raggiunto un successo inaspettato.
Da qualche tempo, è evidente che la competizione nel mondo musicale è alta, tanto che è facile paragonare il panorama musicale a un vecchio aforisma calcistico: “22 uomini corrono dietro a un pallone per 90 minuti, e alla fine vince la Germania”. Ogni estate, gli artisti italiani sono consapevoli che dovranno superare tutti gli altri a livello di velocità e creatività. Così, nascono innumerevoli duetti, Fedez cerca di trarre il meglio dall’algoritmo con tentativi talvolta disorientati, Rose Villain ha pronti i suoi brani da tempo, i The Kolors vedono Harry Styles come modello, Elodie si interroga sulla propria direzione artistica e Rovazzi si avventura in nuove strategie. Alla fine, però, come spesso accade, il successo arride ad Annalisa.
Il nuovo singolo di Annalisa, “Maschio”, incarna perfettamente ciò che è richiesto a un tormentone di successo: è alla moda senza essere eccessivo, ha un ampio respiro popolare, contiene frasi accattivanti e riferimenti immediati, e diverte rispettando l’intelligenza degli ascoltatori. Il brano riflette l’attuale identità di Annalisa e la sua ambizione di diventare una popstar amata da tutti. In Italia, sono pochi quelli che hanno raggiunto un traguardo simile, probabilmente solo Jovanotti e Raffaella Carrà.
Annalisa si ispira a sonorità degli anni settanta e ottanta, prendendo spunto dal genere italodisco, e omaggiando artisti come Donatella Rettore. La sua interpretazione teatrale – oggi potremmo definirla “meme” – viene esaltata dalla sua voce impostata in modo ironico e volutamente goffo. Annalisa riesce così a toccare corde primitive, evocando sensazioni familiari e rinnovando messaggi già noti, proprio come Raffaella Carrà sapeva fare.
Annalisa rappresenta tanto un’icona LGBT quanto una cantante capace di conquistare il pubblico della prima serata televisiva, un pubblico spesso non incline a votare in modo particolarmente progressista. È popolare sia nelle grandi città che nei piccoli centri, una figura che si muove tra tradizione e innovazione, una rivoluzione gentile che non eccede mai nei toni o nelle dichiarazioni provocatorie. Questo la rende sicuramente gradita a un vasto pubblico.
Annalisa ha affermato che dietro una hit non esiste una formula precisa, ma il segreto risiede nel capire l’umore del pubblico e intercettare il momento giusto. Un esempio di ciò è stato il brano “Storie brevi” con Tananai. Tuttavia, “Maschio” segna il ritorno di Annalisa, con un impatto immediato anche grazie all’inaspettata associazione con eventi come la fumata bianca dal Vaticano.
Nonostante l’inclusione di simboli religiosi come “Maria” e “Gesù”, Annalisa riesce a trattarli con garbo e ironia. Ciò testimonia la sua capacità di trasformare i simboli in frasi a effetto e giocare con gli stereotipi di genere. Sebbene non si tratti di una canzone apertamente politica o femminista, il brano potrebbe comunque spostare le percezioni di alcuni ascoltatori.
Il team composto dagli autori Davide Simonetta e Paolo Antonacci, già noti collaboratori di Annalisa, dimostra che, quando si tratta di tormentoni, c’è una struttura e un’analisi ben definite. Annalisa riesce a individuare i giusti elementi per creare canzoni che siano apprezzate da molte persone senza scontentarne nessuna, un talento raro che la assimila a Raffaella Carrà.
È vero che i tormentoni non sempre ottengono il riconoscimento che meritano in contesti più seri come i concerti o le votazioni di Sanremo, ma Annalisa incarna quella presenza discreta e rassicurante che potrebbe rappresentare l’eccezione, proprio come lo era stata Carrà.