Adriano Panatta, celebre ex tennista italiano, è un personaggio che ha segnato la storia dello sport nel Belpaese. Con 75 anni alle spalle, Panatta continua a essere una figura influente e amata nel mondo del tennis. Padre di tre figli e nonno di due nipoti, la sua vita è ricca di aneddoti e ricordi che spesso condivide con affetto.

Già da giovane, ha mostrato un forte legame con il tennis grazie al lavoro del padre, custode del tennis club Parioli. Tra i primi ricordi, Panatta menziona un motorino Solex che gli regalò il padre Ascenzio all’età di 14 anni. Anche le prime esperienze legate al mondo della racchetta, con una racchetta modificata per le sue esigenze, rappresentano un tassello importante della sua infanzia.

Nel corso della sua carriera, Panatta ha avuto un rapporto particolare con alcune personalità del tennis italiano, come Nicola Pietrangeli, noto campione del passato. Pur se sul campo si affrontavano duramente, fuori dal gioco erano amici e condividevano esperienze memorabili, come giocare a doppio con star del calibro di Anthony Quinn durante soggiorni in America.

Nonostante una carriera dedicata principalmente al tennis, Panatta non disdegnava il calcio, sport che praticò a livello amatoriale in prima categoria. Giocava come centravanti, trovando in questa attività un utile complemento alla preparazione fisica.

Un altro capitolo della vita di Panatta riguarda il suo rapporto con il famoso allenatore Mario Belardinelli, una figura dal forte temperamento e appassionato di scommesse, che spesso coinvolgeva i suoi giovani atleti in queste avventure. La relazione con Belardinelli era caratterizzata da dialettiche pungenti, ma anche da un legame autentico e rispettoso, nonostante le divergenze politiche e caratteriali.

La vita sentimentale di Panatta è altrettanto interessante, con storie come quella vissuta con una tennista australiana ai tempi degli Australian Open, un torneo all’epoca meno prestigioso di altre competizioni.

La sua carriera è stata costellata di incontri con personaggi singolari del tennis internazionale, come Ilie Nastase, notoriamente eccentrico e incline a scherzi, o Arthur Ashe, campione di rigore e dignità.

Panatta si è sempre dichiarato di sinistra, un posizionamento piuttosto raro nello sport, influenzato dal clima familiare e dalle convinzioni del nonno e del padre. Nonostante alcune tensioni nel suo ambiente professionale, come quelle vissute con Pietrangeli durante la gestione della squadra della Coppa Davis, Panatta è riuscito a mantenere il suo carattere e il suo stile personale in ogni situazione.

Oggi, Panatta, nonostante l’età, rimane una voce coinvolgente del mondo del tennis, capace di raccontare storie che intrecciano sport, avventura e umanità.

4 pensiero su “Adriano Panatta si racconta: «Ho sempre voluto bene a Pietrangeli, ma una volta lo cacciammo dalla squadra di Davis»”
  1. Interessante! Non sapevo avesse un tale legame con la sinistra… sempre un personaggio affascinante, Panatta.

    1. Sì, è vero! Panatta ha sempre avvuto un rapporto particolare conn la sinistra italiana, sia per il contesto storico iin cui ha vissuto sia per le sue dichiarazioni pubbliche. Oltre al suo talennto nel tennis, il suo carisma e le sue posizioni espresse su vari temi lo hanno reso uuna figura molto affascinante al di fuori del campo.

  2. Ma che bela storia sta vvita de Panatta! Me ricoordo ancora quando giocavva, pare ieri… na vera leggendda.

    1. Davvero una leggenda Adriano Panatta! I suoi match erano emozionanti e ci ha regalato tante gioie sul campo da tennis. È passato tempo, ma quei ricordi restano vividi come se fosse ieri.

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