Nel contesto delle indagini sulle stragi del 1992, si sta ulteriormente indagando sulla figura di Giovanni Tinebra, che fu il procuratore della città siciliana di Caltanissetta dal 1992 fino al 2001. Responsabile del gruppo di magistrati che dirigeva le investigazioni condotte da Arnaldo La Barbera, Tinebra si ritrova oggi al centro di rinnovate attenzioni investigative, scaturite da rivelazioni sorprendenti sulla sua presunta appartenenza a una loggia massonica irregolare, descritta dagli investigatori come una sorta di “nuova P2”.

Le recenti perquisizioni ordinate dalla Procura di Caltanissetta e condotte dai Carabinieri del Ros si focalizzano su alcuni luoghi associati all’ex procuratore. Secondo quanto spiegato da Salvatore De Luca, l’attuale procuratore di Caltanissetta, l’obiettivo di queste operazioni è far chiarezza sul clima in cui avvenne il depistaggio ormai dimostrato sulla strage di via D’Amelio e sul misterioso smarrimento della famosa agenda rossa di Paolo Borsellino.

Le dichiarazioni rese da diversi pentiti, unite a una revisione di vecchi fascicoli, hanno portato alla luce l’esistenza di una loggia segreta collocata a Nicosia, in provincia di Enna, dove Tinebra lavorò prima di trasferirsi a Caltanissetta. Di particolare interesse sono le confessioni di Gioacchino Pennino, il quale, già nel 1998, aveva menzionato la creazione del “Terzo Oriente”, un’organizzazione eretta sulle vestigia della P2, e volta all’affiliazione di individui impossibilitati a rivelare la loro adesione massonica. Fra questi si parla di individui legati a Vito Ciancimino, di medici e di imprenditori.

Risulta anche un’indagine condotta dai magistrati napoletani sul finire degli anni ’90, che affrontava le affermazioni di Angelo Siino riguardo a una “super loggia” iniziata da Salvatore Spinello, con ipotetici legami a esponenti mafiosi e personaggi dell’industria. Spinello, in un colloquio con Giuliano Di Bernardo, all’epoca Gran Maestro, menzionava una loggia localizzata a Nicosia e collegava a essa una figura di grande influsso, identificata successivamente in Tinebra.

In questo quadro complesso emerge un documento datato al 20 luglio 1992, scoperto negli archivi della Squadra Mobile di Palermo. Tale appunto riferisce che, il giorno seguente la strage, una borsa contenente un’agenda appartenuta a Borsellino fu consegnata a Tinebra. Sembra che la borsa fosse già stata acquisita da La Barbera la sera del 19 luglio, creando così l’occasione per una possibile manomissione, copiatura o scomparsa di documenti contenuti, tra cui la tanto cercata agenda rossa. Tuttavia, non esistono prove che quella agenda fosse davvero quella mancante, né se mai abbia raggiunto le mani di Tinebra.

Recenti perquisizioni hanno portato al recupero di nuovi documenti che potrebbero offrire ulteriori dettagli per questa intricata faccenda. Nonostante le nuove informazioni avvalorino ipotesi estremamente gravi, la conclusione accertata resta ancora in sospeso.

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