Un’iniziativa europea volta a snellire la burocrazia si sta ora focalizzando su regolamenti destinati a limitare il metano, un gas nocivo per il clima e l’ambiente. Questo tema ricorrente in Europa riguarda la validità delle norme, che rischiano però di imporre condizioni complesse e contraddittorie alle aziende europee in cerca di sostegno. Sotto osservazione particolare sono gli importatori di carburante, che dal 2027 subiranno penalità se il prodotto importato non soddisferà le nuove regole sulle emissioni di metano. Questa situazione potrebbe danneggiare le aziende che importano combustibili dagli Stati Uniti, proprio mentre l’Europa desidera aumentare gli acquisti per compiacere l’amministrazione Trump e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.
Si intensificano quindi le pressioni per rivedere le norme prima della loro piena attuazione. Sette nazioni, principalmente nell’Europa centrale e orientale, hanno avanzato una proposta per minimizzare i requisiti di monitoraggio e rendicontazione per le aziende. Il settore dei combustibili fossili accoglie con favore tale proposta. L’argomento sarà discusso lunedì, durante un incontro dei ministri dell’energia a Lussemburgo. L’obiettivo dell’incontro sarà di trovare un compromesso, secondo due diplomatici che hanno chiesto di rimanere anonimi per discutere delle negoziazioni riservate. I sostenitori delle modifiche le vedono come una via ragionevole per mantenere le ambizioni ambientali dell’UE senza compromettere economicamente le aziende. Al contrario, i contrari temono che si tratti di una manovra dell’industria dei combustibili fossili per indebolire la legislazione ambientale a favore dei propri interessi. L’esito avrà effetti sulla guerra commerciale UE-USA e sulla strategia europea per limitare i guadagni energetici russi.
Le regolamentazioni sul metano nell’UE mirano a ridurre le perdite nella filiera dei combustibili fossili. Questo gas, rilasciato nell’atmosfera durante la produzione di combustibili e carbone, è un inquinante significativo e il secondo maggiore fattore del riscaldamento globale dopo il CO2. Le normative impongono agli importatori e produttori di combustibili fossili nell’UE di misurare, monitorare, rendicontare e verificare tali emissioni con l’intento di ridurle.
Quest’anno, tuttavia, tali norme sono divenute un argomento nei negoziati commerciali tra UE e USA, a seguito della richiesta del presidente Trump di incrementare l’importazione di energia americana in Europa. Le associazioni di settore sostengono la necessità di rimodellare la legislazione per facilitare tali transazioni. “L’UE è chiaramente interessata ad aumentare l’acquisto di GNL dagli Stati Uniti,” ha commentato François-Régis Mouton, direttore europeo dell’Associazione Internazionale dei Produttori di Petrolio e Gas. “Ma poi impone regolamenti sulle emissioni di metano che mettono a dura prova questa prospettiva. Stiamo cercando di rivedere queste norme.”
In vista del vertice dei ministri dell’energia, è stato preparato un documento di consenso dalle capitali dell’UE, esortando la Commissione Europea a riesaminare le norme sul metano. Una bozza del documento suggerisce alla Commissione di valutare rapidamente la possibilità di ridurre alcune leggi energetiche, tra cui la regolamentazione del metano, evidenziando il possibile impatto sulla collaborazione con operatori al di fuori dell’UE, un chiaro riferimento agli Stati Uniti. Tuttavia, non vengono proposte modifiche specifiche. I sette paesi spingono per ulteriori cambiamenti, proponendo modifiche alle sanzioni e esenzioni per alcuni importatori, tenendo conto del nuovo contesto geopolitico. Richiedono anche maggiore flessibilità per supportare la produzione interna di gas e identificano varie regole di misurazione e monitoraggio superflue da eliminare. Tuttavia, non chiedono una revisione completa della legislazione.
Questo approccio di compromesso riflette le posizioni della Commissione. Dan Jørgensen, Commissario per l’Energia, ha sottolineato che Bruxelles non diminuirà l’ambizione delle leggi, ma è aperta a migliorarne l’implementazione. Tuttavia, i gruppi ambientalisti temono che un’altra normativa a beneficio del clima possa essere annacquata per favorire la competitività aziendale. Quest’anno, Bruxelles ha avanzato proposte per ridurre o modificare requisiti in materia di sostenibilità e tassazione delle emissioni di carbone, giustificando che queste modifiche ridurrebbero la burocrazia, senza compromettere le politiche ecologiche. Tuttavia, tali cambiamenti potrebbero comportare una riduzione significativa di numerosi requisiti. Nell’ambito della revisione del metano, Esther Bollendorff, coordinatrice della politica del gas presso Climate Action Network Europe, ha espresso preoccupazione, affermando che la proposta rischia di facilitare ulteriori accordi sul gas con gli Stati Uniti, compromettendo il quadro legislativo dell’UE a causa delle pressioni dell’industria.