Gli Sparks, un duo iconico e avanguardistico della scena musicale, si esibiranno al Tam Teatro Arcimboldi di Milano l’8 luglio, in quella che sarà la loro unica data italiana. Da oltre cinque decenni, i fratelli Ron e Russell Mael continuano a catturare l’immaginazione con il loro inconfondibile stile. Nonostante abbiano composto più di 350 canzoni raccolte in 26 album, rimangono una delle band di culto meno conosciute ai più. Una rappresentazione che sembra fatta apposta per loro, spesso descritti come “il più grande gruppo musicale di cui non avete mai sentito parlare”, una definizione riproposta da un servizio della BBC.

La carriera degli Sparks è un viaggio tra vari generi: pop, rock, glam, swing, electro-disco, new wave e synthpop, esplorati spesso prima che queste categorie fossero etichettate. La loro creatività è un elemento distintivo, manifestato non solo nelle sonorità ipnotiche e psichedeliche, ma anche nella loro attitudine giocosa e spesso dissacrante verso l’industria musicale.

I fratelli Mael sono originari della California, cresciuti in un ambiente familiare brillante e aperto alla cultura. Influenzati dagli sviluppi musicali degli anni Sessanta, Ron e Russell hanno formato la loro prima band, Halfnelson, nel 1968 prima di diventare gli Sparks. Sin dall’inizio, il duo ha imposto un’impronta distintiva: Russell con il suo falsetto e presenza carismatica, Ron con la sua eccentricità e i caratteristici baffetti.

La consacrazione avviene nel Regno Unito, dove conquistano il pubblico con “This Town Ain’t Big Enough For Both Of Us”, emozionando una generazione intera. Questo successo viene ulteriormente amplificato dall’episodio leggendario in cui John Lennon, vedendoli in TV, affermò ironicamente che sembravano Hitler e Marc Bolan.

Nel loro percorso, gli Sparks hanno ispirato numerosi artisti, da Joy Division e Depeche Mode a Queen e Beck. Nonostante abbiano contribuito a plasmare il suono di molte altre band, Ron ha mantenuto una certa ironia riguardo al loro effettivo impatto: “Ogni band può aver avuto il suo stile negli anni ’70, ma alcune ascoltavano molto attentamente le altre.”

Il recente documentario diretto da Edgar Wright ha omaggiato il loro contributo alla musica con 80 interviste e un lungo lavoro di produzione, riflettendo la loro influenza che si estende ben oltre le barriere del pop. Le loro canzoni, come “My Baby’s Taking Me Home” e “When Do I Get To Sing ‘My Way'”, rappresentano un equilibrato mix di originalità e parodia.

Gli Sparks non amano le etichette e, in una delle loro interviste, hanno detto che la descrizione migliore della loro band è l’impossibilità di definirla. Questo si riflette anche nella loro incursione nel cinema, culminata con le canzoni prodotte per “Annette” di Leos Carax, vincitore del Premio César per la migliore musica originale.

Con il loro nuovo album “Mad” pubblicato a maggio, Ron e Russell tornano a calcare i palcoscenici a 79 e 76 anni, mostrando ancora l’energia e la passione che li hanno sempre caratterizzati. La loro performance in Italia promette di essere un’esperienza unica, un viaggio attraverso la loro vasta e variegata discografia. E se qualcuno non apprezza ciò che fanno? A loro non importa, perché restano fedeli a se stessi. Gli Sparks sono tornati, ed è un invito a scoprire perché hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica.

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