Lo scrittore e giornalista Roberto Saviano ha recentemente portato in scena l’adattamento teatrale del suo ultimo romanzo, “L’amore mio non muore”. Quest’opera ruota attorno a una storia d’amore realmente accaduta, ambientata nel 1977. I protagonisti sono Rossella Casini, una studentessa fiorentina di psicologia, e Francesco Frisina, un giovane calabrese che studia economia. Il loro incontro avviene all’università di Firenze e l’attrazione che ne deriva è immediata, sebbene destinata a un epilogo tragico.
“L’amore mio non muore” ha preso vita sul palco del Teatro Politeama di Genova il 4 giugno e sarà in tournée sotto la regia di Enrico Zaccheo. Saviano descrive questa narrazione amorosa come una delle più intense e tragiche che abbia mai incontrato. Con tale adattamento teatrale, l’autore ha voluto restituire una voce e un’umanità a Rossella, il cui destino è stato segnato dalla violenza della ‘ndrangheta.
La protagonista, Rossella, viene da una famiglia fiorentina senza legami con la criminalità: il padre è pensionato e la madre gestisce una piccola attività commerciale. Francesco proviene invece dalla Piana di Gioia Tauro, un ambiente familiare legato alla ‘ndrina dei Gallico, coinvolta in una sanguinosa faida con i Condello. Nel mezzo di questo conflitto, Rossella sceglie di rimanere a Palmi, sperando di salvare Francesco, ma il suo coraggio non sarà sufficiente. Il 22 febbraio 1981, la giovane scompare e non verrà mai più ritrovata; lo Stato la riconosce come vittima della ‘ndrangheta.
Saviano sottolinea come l’amore, all’interno di un contesto fatto di brutalità e criminalità, possa assumere un’importanza cruciale, capace di rivelare verità profonde. Rossella è stata un simbolo di coraggiosa innocenza, affrontando il temibile boss Condello nella speranza di un futuro migliore insieme al suo amato Francesco.
L’autore non è nuovo al teatro, avendo già adattato diverse sue opere per il palcoscenico. Tra i lavori recenti, “Noi due ci apparteniamo” del 2024, affrontava il tema della sessualità nel mondo criminale, mentre “Cuore puro”, presentato nel marzo scorso, descriveva la storia di giovani reclutati dalla camorra. Saviano ritiene il teatro il mezzo di comunicazione più elevato, in quanto permette un’interazione diretta e intensa con il pubblico.
Saviano, da giovane spettatore appassionato, ha sempre ammirato l’opera di Dario Fo, in particolare “Morte accidentale di un anarchico”, che esplora il paradosso dello scandalo politico. Purtroppo, però, a causa delle minacce ricevute, Saviano vive sotto scorta dal 2008, una condizione che ha influito pesantemente sulla sua vita privata e familiare. Gli agenti della scorta, con cui condivide gran parte della sua esistenza, sono diventati una sorta di famiglia allargata.