Il percorso della comunicazione è spesso intriso di buone intenzioni, ma talvolta si rivela un boomerang. Recentemente, nel programma televisivo “Pomeriggio 5” su Canale 5, la conduttrice Myrta Merlino ha affrontato un tema delicato: le fotografie di Sophia Loren, ormai novantenne, senza trucco, che sono circolate ampiamente sul web. Queste immagini sono state scattate durante una visita privata da parte di Al Bano e di un suo amico, Daniel Iseli, collezionista di auto, nella residenza svizzera dell’attrice. Sebbene fossero state scattate per uso personale, l’amico ha inopportunamente deciso di condividerle online, causando dispiacere al cantante.
Nonostante Merlino abbia deciso di non mostrare le foto durante il suo programma, ha comunque discusso dell’argomento insieme a ospiti come Rosanna Cancellieri, Marina La Rosa, l’onorevole Rita Dalla Chiesa e Davide Maggio, che si definisce critico e produttore televisivo. Questo ha inevitabilmente alimentato la curiosità del pubblico. Alcuni spettatori hanno scelto di ignorare la discussione, altri già erano a conoscenza delle immagini, mentre un terzo gruppo è stato spinto a cercare attivamente le foto su internet.
Merlino ha dichiarato con fermezza di essere una giornalista e di non intendere cedere al voyeurismo, ricordando che l’immagine non rappresentava una notizia. Tuttavia, è emblematico di come la comunicazione, spesso percepita come una soluzione universale e potente strumento morale, possa trasformarsi in un’arma a doppio taglio, generando un contesto incontrollabile e tossico. Questo vale non solo per il caso di Sophia Loren, ma anche per le immagini angoscianti che provengono dai conflitti bellici. La comunicazione, pur con tutte le sue potenzialità di creare empatia e risolvere conflitti, può talvolta piegarsi e diventare l’opposto di ciò che ci si aspetterebbe.