L’Opera di Roma si prepara a lanciare la nuova stagione con una serie di novità che spaziano dalla musica barocca fino ai capolavori contemporanei. Sotto la guida del sovrintendente Francesco Giambrone, recentemente riconfermato per ulteriori cinque anni, il teatro punta su una programmazione ricca e variegata che comprende ben 14 opere, nove delle quali nuove produzioni, e otto balletti.
L’apertura della stagione prevista per il 27 novembre sarà segnata dall’attesissimo ritorno del “Lohengrin” di Wagner, un’opera che manca dal palco romano da cinque decenni. La produzione vedrà il debutto del direttore musicale Michele Mariotti, della voce russa Dmitry Korchak e della regia di Damiano Michieletto, con una messa in scena innovativa che sostituisce l’iconico cigno con un grande uovo, simbolo della lotta tra bene e male.
Tra le altre opere in cartellone, si segnala “Il trionfo del tempo e del disinganno” di Händel, con una regia di Robert Carsen che trasporterà il pubblico in un talent show televisivo. Un altro progetto audace è la scelta del controtenore Carlo Vistoli nel cast del “Tancredi”, un approccio che richiama quelli da festival piuttosto che da una stagione regolare.
Novità assoluta per Roma sarà anche “Roméo et Juliette” di Gounod, sotto la direzione di Daniel Oren, con un cast brillante che comprende Nino Machaidze e Vittorio Grigolo. Il programma si arricchisce ulteriormente con “Inferno” di Lucia Ronchetti e l’arianna a Nasso di Richard Strauss, entrambe regie di David Hermann.
In termini di performance e risultati economici, l’Opera di Roma vanta numeri impressionanti: un incremento degli incassi del 18.9 percento e un’audience totale di 291.828 spettatori, comprensivi anche degli eventi presso le Terme di Caracalla. L’occupazione dei posti ha raggiunto l’88 percento, un chiaro segno di crescita e successo.
Infine, il Teatro Nazionale, seconda sede dell’Opera, continuerà a esplorare il contemporaneo e le contaminazioni tra generi, con produzioni come il dittico di Matteo D’Amico ispirato da Pirandello. Giambrone sottolinea l’importanza di un teatro che, pur essendo patrimonio della città, è riuscito a rimanere al di sopra delle polemiche politiche, riconciliando l’istituzionalità e il coinvolgimento comunitario, come con l’iniziativa dell’Opera “camion”, che porta il teatro nei quartieri più periferici di Roma.