Dopo aver dichiarato che non avrebbe mai più calcato il suolo italiano, a seguito di un episodio del 2017 quando fu fermato dalla polizia in via del Corso a Roma assieme al nipote, Morrissey ha infranto la sua promessa. Personaggio dalle opinioni volubili e dal talento immutato, l’ex membro degli Smiths ha deciso di mettere fine al suo auto-imposto divieto e di tornare in Italia. La sua scelta è ricaduta su un luogo affascinante, il Vittoriale di Gardone, all’interno del festival “Tener-a-mente”. Questo segna l’inizio di cinque tappe, con le prossime previste a Lucca e a Roma.

Dopo dieci anni, Morrissey si presenta ancora in forma smagliante: la sua voce resta impeccabile e la sua presenza scenica magnetica, all’interno dell’anfiteatro che un tempo apparteneva a D’Annunzio. Ora 66enne, l’artista riesce a giocare con il suo passato musicale eclettico, selezionando brani degli Smiths, come una quasi acustica “Please, Please, Please Let Me Get What I Want” e “Shoplifters of the World Unite”, una satira del 1987 su Karl Marx. Non manca inoltre il vasto repertorio della sua carriera solista, che include brani tratti dal discusso album non pubblicato “Bonfire of Teenagers” come “Sure Enough, the Telephone Rings”. Accanto ai suoi classici come “You’re the One for me, Fatty” o “Everyday Is Like Sunday”, sullo sfondo dello show appaiono immagini di icone come Kerouac, Bowie e Pasolini.

Interessante anche la presenza italiana nella band, con la talentuosa chitarrista Carmen Vanderberg, il cui nome suggerisce origini nordiche, ma il cuore è di Lucca. Nonostante Morrissey si mostri riservato, condivide alcune considerazioni a sfondo musicale e si lascia andare in un unico momento di apertura: “è un onore tornare in Italia”. Sembra quindi che le vicissitudini legate al passato romano siano state superate, almeno temporaneamente.

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