L’attore e regista partenopeo Leopoldo Mastelloni, che ha compiuto 80 anni lo scorso 12 luglio, si trova attualmente ricoverato presso il San Pietro di Roma a seguito di un ictus, con prognosi riservata. Figura di spicco tanto nel mondo teatrale quanto in quello televisivo, Mastelloni si era espresso con profondo disagio in una lettera aperta pubblicata l’anno precedente. In quella missiva disperata, invocava l’attuazione della legge Bacchelli per i vitalizi destinati agli artisti indigenti, facendo presente il pericolo di cadere in depressione e il sorgere di pensieri oscuri. Tali parole avevano toccato il ministro Sangiuliano dell’epoca, il quale aveva promesso di valutare le possibilità di supporto per un artista da tempo inattivo, costretto a vivere con una pensione esigua. Tuttavia, la situazione non aveva subito alcun miglioramento.
Mastelloni, infatti, era lontano dalle scene da oltre un decennio, come aveva raccontato egli stesso al Corriere: “Sono stato dimenticato, non esisto più. Per chi ha superato i 60 anni, c’è totale disinteresse. Ho iniziato a recitare a 15 anni, con l’idea di continuare fino alla mia morte. In televisione non c’è più uno show di varietà che mi ospiti per esibirmi con una mia canzone o per recitare una poesia.”
La sua carriera aveva subito un brusco arresto nel 1984, a causa di una bestemmia pronunciata durante la trasmissione “Blitz” di Gianni Minà, evento che lo aveva portato a essere bandito dalla televisione pubblica. “Era una disputa tra democristiani e socialisti,” aveva spiegato, aggiungendo che il vero bersaglio era Gianni Minoli, e lui era stato colpito collateralmente.