Trent’anni fa, il 29 giugno 1995, Lana Turner, una delle icone più amate dell’epoca d’oro di Hollywood, morì all’età di 75 anni. Nata a Wallace, Idaho, l’8 febbraio 1920 come Julia Jean Turner, Lana fu l’unica figlia di Mildred Frances Cowan e John Virgil Turner, un minatore. La sua infanzia fu segnata dalla tragica perdita del padre, ucciso durante una rapina nel 1930, un evento che lasciò un’impronta indelebile nella sua giovane vita.
La storia di Lana Turner nel mondo del cinema iniziò in modo piuttosto casuale. All’età di 16 anni, mentre frequentava la Hollywood High School, decise di saltare una lezione di dattilografia per andare al Top Hat Malt Shop. Qui, fu notata da William R. Wilkerson, un giornalista del The Hollywood Reporter, che rimase colpito dal suo aspetto e le propose di intraprendere una carriera cinematografica. Autorizzata dalla madre, fu introdotta da Wilkerson all’agente Zeppo Marx, che la presentò al regista Mervyn LeRoy. Nel 1936, LeRoy le offrì un contratto con la Warner Bros e le suggerì di adottare il nome d’arte Lana Turner.
LeRoy vide in Turner la possibilità di una nuova Jean Harlow, presentandola come un sex symbol. Il debutto sul grande schermo arrivò nel 1937 con «Vendetta», dove l’attrice indossò un maglione aderente che le valse il soprannome “Sweater Girl”, sebbene non l’abbia mai apprezzato. Negli anni ’40 e ’50, Lana conquistò il successo interpretando ruoli di dark lady in film come «Il dottor Jekyll e Mr. Hyde», «Il postino suona sempre due volte» e «I tre moschettieri», oltre a ruoli più drammatici. Nel 1946, fu annoverata tra le dieci attrici più pagate di Hollywood, e nel 1957 ricevette una candidatura agli Oscar per «I peccatori di Peyton» di Mark Robson.
La sua vita personale, per quanto brillante sullo schermo, fu spesso tormentata. Lana Turner sognava di avere un marito e una famiglia numerosa, ma si sposò ben sette volte, intraprendendo relazioni amorose spesso turbolente. Il suo primo matrimonio fu nel 1941 con Artie Shaw, mentre l’ultimo con l’illusionista Ronald Dante terminò nel 1972. Nel 1943, dal matrimonio con Steve Crane, nacque la sua unica figlia, Cheryl.
Sul finire degli anni ’50, Turner intraprese una relazione con il gangster Johnny Stompanato, una relazione segnata da violenze e minacce. Nell’aprile del 1958, Stompanato fu ucciso nella residenza di Turner a Beverly Hills: la figlia Cheryl, all’epoca quindicenne, confessò di averlo colpito per difendere la madre. Fu assolta per legittima difesa al termine di un processo molto seguito. L’anno seguente, Turner tornò trionfalmente sullo schermo nel film «Lo specchio della vita» di Douglas Sirk, che ricordava eventi del suo vissuto personale e si rivelò un enorme successo.
Nonostante i successi, Turner iniziò a diminuire i suoi impegni cinematografici. Fumatrice e consumatrice di alcol, negli anni ’80 smise di bere, ma non riuscì a dire addio alle sigarette. Nel 1992, le fu diagnosticato un cancro alla gola, che affrontò con interventi chirurgici e radioterapia, ma che ritornò nel 1994. Quell’anno, partecipò al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián, dove ricevette un premio alla carriera. Lana Turner si spense il 29 giugno 1995 nella sua casa di Los Angeles, accompagnata fino all’ultimo istante dalla figlia Cheryl.