Un’interessante osservazione è stata fatta riguardo al programma televisivo di Massimo Giletti, dove Michele Santoro assume un ruolo simile a quello di Mauro Corona in altre trasmissioni. La dinamica della coppia, infatti, sembra riflettere un curioso fenomeno: Giletti assume quasi una connotazione di sinistra, mentre Bianca Berlinguer appare più di destra. Durante l’anteprima del programma, Santoro offre una performance che si distingue per la sua demagogia, con Giletti che lo osserva ammirato, senza mai interromperlo. È evidente come Santoro prenda il posto di Corona, almeno per quanto riguarda la funzione di “scaldapubblico”, introducendo argomenti che spaziano dal tour teatrale di Marco Travaglio, al caso Garlasco, fino a discutere di locali come la Gintoneria.
Durante il suo intervento, Santoro si proclama pacifista, critica l’autodifesa europea, suggerisce di investire maggiormente in salari, istruzione e sanità, e non manca di criticare Netanyahu. Esprime, inoltre, il suo sostegno al diritto dell’Iran di proseguire con i suoi progetti nucleari. Similmente a Corona, Santoro rievoca il proprio amore per la Russia, collaboratore per anni con Giulietto Chiesa, senza mai esplicitamente menzionare l’invasione di uno stato sovrano da parte di Putin. In questa visione distorta, l’azione di Putin sarebbe giustificata come una misura cautelare nei confronti di un’ipotetica minaccia della NATO. Santoro, quindi, giustifica una guerra per motivi di sicurezza personale.
Santoro ha menzionato l’importanza della “postura” durante il suo discorso, una dichiarazione che diventa un sintomo di un certo declino spirituale. Sia Santoro che Corona sembrano essersi trasformati in ambasciatori di pace con l’avanzare degli anni, mostrando però una postura fatalista e accettando il loro destino di intrattenitori. Il dubbio non ha mai impedito loro di coltivare illusioni, con il passare del tempo che rende questa ricerca di visibilità sempre più urgente. Nonostante tutto, sembrano trovare conforto nelle loro certezze inossidabili o nelle loro idee fisse, che in qualche modo fungono da ancora nel mare turbolento della vita.