L’universo del teatro lirico italiano ha generato, nel corso dei secoli, un’immensa e variegata raccolta di documenti: partiture, bozzetti scenografici, lettere, costumi, incisioni sia audio sia video, progetti architettonici, fotografie e molto altro ancora. Questo patrimonio culturale, eterogeneo sia per natura materiale sia per la gestione dei diritti d’autore, è preservato solo parzialmente all’interno dei teatri o nelle istituzioni preposte alla sua tutela, spesso in maniera frammentata e incoerente.
Queste testimonianze storiche, preziose ma onerose in termini di conservazione e valorizzazione, sono al centro di un dibattito che si tiene al Teatro alla Scala, da oggi fino a sabato. Gli esperti e i responsabili degli archivi in cui è custodito questo materiale si riuniscono per dialogare su problemi e prospettive legati alla conservazione dell’eredità teatrale. Il convegno, intitolato «Archivi paralleli. Un dialogo per ricostruire l’opera d’arte teatrale», mette in luce l’importanza di iniziative come il progetto «Hyperstage» dell’Università Tor Vergata di Roma. Questo progetto, sostenuto dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, mira a promuovere la comunicazione tra i vari archivi musicali e teatrali del paese.
Il convegno è inaugurato dal sovrintendente Fortunato Ortombina, con la partecipazione, nella giornata iniziale, della soprintendente Annalisa Rossi, del direttore dell’Archivio Ricordi Pierluigi Ledda, del rappresentante della Cittadella degli Archivi del Comune di Milano, Francesco Martelli, e di esponenti dell’Archivio Visconti di Modrone, dell’Accademia di Brera e dell’Archivio del Corriere della Sera.
A un secolo dalla promulgazione della Legge 1089/1939 per la tutela del patrimonio artistico e storico (Legge Bottai), e a vent’anni dall’entrata in vigore del Codice dei beni culturali e delle norme sulla salvaguardia delle culture immateriali, il lavoro di conservazione nei teatri risulta ancora estremamente necessitante di potenziamento. Occorre sottolineare che ogni fondazione lirica, laddove si impegni nella conservazione, lo fa secondo modalità proprie e differenti.