Un gruppo di 380 attori, attrici e registi ha utilizzato l’apertura del Festival di Cannes come piattaforma per esprimere il loro dissenso attraverso un editoriale pubblicato sul quotidiano francese “Libération” e sulla rivista “Variety”. L’appello è un grido di protesta contro l’indifferenza percepita dell’industria cinematografica rispetto alla crisi che sta sconvolgendo Gaza. Tra le firme illustri presenti ci sono nomi del calibro di Richard Gere, Javier Bardem, Susan Sarandon, David Cronenberg e Pedro Almodóvar. Gli artisti sostengono di non poter rimanere in silenzio mentre un genocidio si consuma, portando devastazione anche nel mondo del cinema stesso.

La spinta all’azione è giunta dopo la tragica morte della fotoreporter palestinese Fatma Hassouna, avvenuta il 16 aprile per mano delle forze militari israeliane. Prima della sua scomparsa, la giovane si apprestava a convolare a nozze; tuttavia, lo stesso attacco che le ha tolto la vita ha anche causato la morte di dieci suoi familiari, tra cui una sorella in dolce attesa. Il messaggio degli artisti è chiaro: rigettano le narrazioni che spesso invadono l’immaginario pubblico e distorcono il concetto di umanità. Inoltre, si invoca un ritorno del cinema come mezzo d’espressione per gli oppressi e per coloro che cadono nell’indifferenza generale.

Anche l’Italia ha visto molte adesioni significative a questa iniziativa. Tra i sostenitori figurano cineasti e attori di spicco come Mario Martone, Paolo Sorrentino, Gianni Amelio, Sergio Castellitto, Gabriele Muccino, Jasmine Trinca, e molti altri. Un caso particolare riguarda l’attrice Juliette Binoche, inizialmente indicata come firmataria. Tuttavia, nel documento finale il suo nome non è presente, sollevando interrogativi sulla sua effettiva adesione all’appello.

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