Il 25 aprile, Lorenza Roiati, proprietaria del forno “Assalto ai forni” ad Ascoli Piceno, ha esposto dalla sua abitazione uno striscione con la scritta: “25 Aprile: buono come il pane, bello come l’antifascismo”. Questo gesto ha avuto conseguenze significative: Roiati è stata identificata due volte dalle forze dell’ordine, minacciata con striscioni di gruppi di estrema destra ed è finita al centro di una controversia politica.

La situazione ha attirato l’attenzione nazionale grazie ai video che la fornaia ha condiviso sui social media. Nonostante il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, rappresentante di Fratelli d’Italia, abbia cercato di minimizzare l’accaduto come routine amministrativa, molte domande rimangono senza risposta.

In Parlamento, le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sulla legittimità dei controlli e sull’uso delle risorse pubbliche per monitorare messaggi pro-antifascismo. Uno dei parlamentari coinvolti, Giorgio Fede del Movimento 5 Stelle, ha sollevato dubbi riguardo alle motivazioni politiche che potrebbero aver guidato l’intervento delle forze dell’ordine.

I controlli sono stati due. Il primo, eseguito dalla Polizia di Stato, è avvenuto la mattina del 25 aprile, quando gli agenti di una pattuglia hanno notato casualmente lo striscione. Sebbene Roiati si sia identificata e abbia chiesto se ci fossero problemi, le autorità hanno successivamente confermato che non era necessario alcun intervento poiché il manifesto non violava la legge.

Un secondo controllo è stato effettuato dalla Polizia locale su presunta “segnalazione”. Gli agenti hanno registrato le generalità della fornaia senza fornire spiegazioni dettagliate, e si sono concentrati sull’eventualità di una pubblicità abusiva. Il Comune ha giustificato l’azione affermando che tutte le pattuglie erano impegnate, suggerendo che tre agenti sono stati inviati per una verifica supposta di pubblicità non autorizzata.

Successivamente, davanti al forno di Roiati sono comparsi striscioni minacciosi attribuiti a gruppi di destra. In risposta, il sindaco Fioravanti, pur dissociandosi dalle minacce, non ha manifestato solidarietà alla fornaia, definendo vittime invece gli agenti criticati sui social.

La città di Ascoli Piceno, e il suo sindaco non sono estranei alle controversie legate a tematiche del fascismo. Nel 2019, Fioravanti fu al centro delle critiche per aver partecipato a una cena in onore della marcia su Roma, finendo per scusarsi parzialmente per la sua presenza.

La vicenda ha scatenato una mobilitazione sui social e nei media nazionali, portando molti a visitare il forno in segno di supporto a Lorenza Roiati. È prevista una manifestazione di solidarietà il 3 maggio. Tra quanti hanno chiamato all’attenzione pubblica c’è anche Arianna Ciccone, fondatrice del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, sottolineando l’importanza di mantenere vivo il dibattito e la difesa del diritto di espressione.

Questa vicenda, esplosa attraverso i social network, mette in luce il delicato equilibrio tra espressione personale e interventi statali, confermando che le dinamiche politiche possono influenzare le azioni anche nelle comunità locali.

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