A breve avrà luogo un importante evento per la Chiesa cattolica: mercoledì alle 16:30 i cardinali si riuniranno nella solenne cornice della Cappella Sistina per eleggere il nuovo Pontefice. Questo compito spetta esclusivamente ai cardinali sotto gli ottant’anni, come previsto dal motu proprio “Ingravescentem Aetatem” emanato da Papa Paolo VI nel 1970. La regola limita la partecipazione alle funzioni papali a coloro che non hanno ancora raggiunto questa soglia di età.
Durante il Conclave imminente, sono 133 i cardinali ad avere diritto di voto. Fino al momento della fumata bianca, questi uomini di fede rimarranno completamente isolati dal mondo esterno, privi di dispositivi elettronici e sotto rigide norme di segretezza, che prevedono anche sanzioni severe come la scomunica automatica in caso di violazioni.
In questo contesto si stagliano alcune figure di rilevanza: Pietro Parolin e Pierbattista Pizzaballa emergono come i principali favoriti tra i porporati. Parolin, originario di Schiavon nel Vicentino, ha 70 anni e vanta un notevole bagaglio di esperienza ecclesiastica, avendo partecipato al cruciale accordo del 2018 con la Cina sulla nomina dei vescovi. Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini e francescano, si distingue per il suo impegno nel dialogo interreligioso.
Accanto a questi nomi di spicco, altre figure più o meno conosciute potrebbero riservare sorprese. Tra i candidati con un profilo progressista si annoverano Joseph William Tobin e Blase Joseph Cupich, entrambi americani, noti per l’attenzione alle questioni sociali e al dialogo interculturale. Un altro nome da non trascurare è quello di Péter Erdo, arcivescovo ungherese dal profilo più conservatore, noto per posizioni tradizionaliste su temi etici e sociali.
Altri cardinali che potrebbero guadagnare terreno includono Jean-Marc Aveline, sostenitore del dialogo interreligioso, e outsider come José Tolentino de Mendonca e Fridolin Ambongo Besungu, quest’ultimo noto per una combinazione di dialogo e posizioni conservatrici.
Ogni scrutinio all’interno della Cappella Sistina verrà seguito dall’iconica segnalazione del fumo: nero se non vi è ancora un consenso, bianco se un nuovo Papa è stato eletto, segnando la continuazione di un’importante tradizione della Chiesa cattolica.