L’autobiografia di Anthony Hopkins, intitolata “È andata bene, ragazzino”, sarà rilasciata in tutto il mondo il 4 novembre 2025. La casa editrice Longanesi ha acquisito i diritti per la pubblicazione in Italia. Nel volume, l’attore, vincitore per due volte del Premio Oscar, si spoglia dei suoi abituali ruoli cinematografici per presentarsi come un uomo qualsiasi, riflettendo sulla propria esistenza. Secondo l’editore, si tratta di un libro che non nasconde la durezza di momenti cruciali: dall’infanzia tumultuosa, al percorso verso la sobrietà, fino alla straordinaria carriera attoriale.
L’autore condivide un aneddoto personale circa una fotografia che conserva sul telefono, che lo ritrae piccolo insieme a suo padre sulla spiaggia. A quella versione giovanile di sé, Hopkins dice spesso: “È andata bene, ragazzino”. Si interroga su come un ragazzo gallese, figlio di un panettiere, sia riuscito a percorrere una strada così sorprendente. L’intera esistenza dell’attore viene definita un mistero, e il libro rappresenta il racconto di questo viaggio.
La narrazione prende avvio dalla sua infanzia trascorsa a Port Talbot, una cittadina gallese caratterizzata dall’industria siderurgica, durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Qui, il giovane Anthony cresce in un ambiente dominato da uomini duri che mascherano la loro vulnerabilità dietro alcol e brutalità. Il libro continua presentando un Hopkins scolaro in difficoltà e ritenuto un perdente dai suoi coetanei e dai suoi stessi genitori, fino alla scoperta della sua passione per il teatro all’età di 11 anni, in seguito alla visione di “Amleto” nel 1948. I lettori seguiranno il suo percorso fino all’ammissione alla prestigiosa Royal Academy of Dramatic Art, dove studiò sotto la guida di Laurence Olivier.
Hopkins offre uno sguardo dietro le quinte della sua vita d’attore, raccontando dell’incontro fortuito con Richard Burton da giovane e delle influenze che hanno plasmato la sua famosa interpretazione di Hannibal Lecter, come l’inquietante presenza di Bela Lugosi in “Dracula” e la precisione del suo maestro di recitazione.
Non mancano nel libro i momenti personali più difficili: la dipendenza che ha compromesso il suo primo matrimonio e la relazione con il figlio; la continua battaglia con il desiderio di isolamento e la paura di aprirsi emotivamente, simile agli uomini della sua famiglia; e infine, l’incombente realtà dell’invecchiamento mentre ci si avvicina a ciò che suo padre definiva “il grande segreto”.