Il noto centro sociale milanese, Leoncavallo, simbolo di attivismo e cultura alternativa, è stato sfollato dalle forze dell’ordine in un’operazione avvenuta all’alba di giovedì 21 agosto. Al momento dell’irruzione, nessun attivista era presente all’interno della struttura, evitando così qualsiasi scontro diretto. Tuttavia, non sono mancate le polemiche a seguito di quest’azione.

Tra coloro che hanno espresso disappunto vi è Fedez, celebre rapper e personaggio televisivo originario di Milano. Attraverso un post su Instagram, in cui vanta un seguito di 13,5 milioni di persone, Fedez ha condiviso una fotografia del Leoncavallo accompagnata da parole critiche: “L’involucro splendente di una città che è stata svuotata di tutto. Anche della sua stessa identità”.

Il Leoncavallo vanta una lunga storia. Operante come centro sociale non autorizzato dal 1994, è stato oggetto di contenziosi legali negli anni. A novembre scorso, la Corte d’Appello di Milano ha stabilito che il Ministero degli Interni dovesse risarcire con tre milioni di euro la famiglia Cabassi, proprietaria del terreno occupato dal Leoncavallo. Questa sentenza ha messo le istituzioni in una posizione complessa, spingendole a richiedere il contributo economico agli attivisti del centro sociale, compresa Marina Boer, presidente dell’Associazione mamme antifasciste del Leoncavallo.

Recentemente, gli attivisti del “Leonka” – come affettuosamente viene chiamato – avevano avviato una raccolta fondi per cercare di affrontare queste gravi difficoltà finanziarie. Tuttavia, i loro sforzi non hanno portato al risultato desiderato. Il 15 luglio, la procedura di sgombero era stata posticipata per la 133esima volta, e una nuova visita dell’ufficiale giudiziario era prevista il 9 settembre. Ma la polizia e i carabinieri hanno deciso di anticipare i tempi, intervenendo con un’azione coordinata che ha posto fine, almeno per il momento, alle attività del centro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *