A Valencia, in occasione del congresso annuale del Partito Popolare Europeo (PPE), Manfred Weber è stato riconfermato come presidente del gruppo per un ulteriore mandato di tre anni. Il politico tedesco, unico candidato al ruolo, ha ricevuto il sostegno unanime delle principali delegazioni, dimostrando come le recenti tensioni interne al partito siano state superate. Il PPE si consolida così come la forza politica preminente a Bruxelles, vantando 14 commissari europei e mantenendo una forte presenza con 188 esponenti nel Parlamento europeo.

Durante l’evento, Weber ha elogiato i risultati conseguiti sotto la sua guida e non ha risparmiato critiche alle opposizioni. Prima della sua direzione, il partito si trovava sulla difensiva politica, ma la situazione è ora decisamente cambiata, con un numero significativo di leader PPE a capo di governi nazionali. L’intervento di Weber ha sottolineato come il PPE abbia contrastato misure climatiche ritenute ideologiche, riferendosi alle politiche portate avanti dall’ex commissario Frans Timmermans. Inoltre, ha accusato i socialisti di disconoscere la classe lavoratrice, mentre ha etichettato verdi e liberali come elitari, distanti dai problemi reali.

La rielezione di Weber ha visto l’approvazione di 502 membri, mentre 61 hanno votato contro, manifestando un certo dissenso interno. In particolare, la delegazione polacca ha espresso preoccupazioni riguardo alla strategia di Weber, che potrebbe implicare allontanamenti tra i socialisti e i liberali, tradizionali alleati centristi del PPE. Tuttavia, la leadership del partito è ferma nel suo proposito di perseguire le proprie priorità politiche, anche a costo di sacrificare alcune collaborazioni.

Nel suo percorso politico, Weber ha presieduto il gruppo al Parlamento europeo dal 2014 e ha ambito al ruolo di presidente della Commissione europea nel 2019, incarico poi assegnato a Ursula von der Leyen. Piuttosto che puntare alla presidenza del Parlamento europeo, guidato attualmente da Roberta Metsola, Weber ha scelto di concentrarsi sulla leadership del partito. Dal maggio 2022, con la sua elezione alla presidenza del PPE, Weber ha implementato una strategia tesa a influenzare l’agenda politica dell’Unione Europea, collaborando strettamente con i capi di governo appartenenti al PPE per consolidare la posizione del partito su temi cruciali, quali la migrazione e le politiche ambientali.

Con la stesura del Manifesto di Bucarest, il PPE si prepara per le prossime elezioni europee di giugno, cercando di imprimere una svolta alle politiche comunitarie in materia di regolamentazione, migrazione e ambiente. Questo documento, infatti, spinge la Commissione europea, guidata per la seconda volta da von der Leyen, verso un inasprimento delle politiche migratorie e un allentamento delle misure del Green Deal, in favore di una deregolamentazione mirata a rilanciare le imprese europee.

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