Nel corso di un acceso discorso al congresso del Partito Popolare Europeo tenutosi recentemente a Valencia, il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha espresso aspre critiche alla politica commerciale americana sotto l’amministrazione di Donald Trump. L’UE e il panorama globale risentiranno della politica tariffaria percepita come imprevedibile degli Stati Uniti, che ha portato all’introduzione delle imposte più elevate degli ultimi cento anni. In particolare, von der Leyen ha sottolineato come milioni di cittadini europei dovranno far fronte a costi maggiori per beni alimentari, medicinali e trasporti, con un conseguente aumento dell’inflazione.

Le tariffe imposte da Trump, che comprendono un 10% nella maggior parte dei casi, un pesantissimo 145% nei confronti della Cina, e un 25% su acciaio, alluminio e automobili, hanno avuto un impatto destabilizzante sui mercati internazionali. L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha stimato che, qualora gli Stati Uniti decidessero di ripristinare le tariffe più elevate sugli scambi con l’UE, fissate al 20%, il commercio globale potrebbe subire una contrazione fino all’1,5%.

Sebbene non abbia citato direttamente il nome del presidente Trump, il messaggio di von der Leyen sembrava includere anche una critica verso dittature globali e potrebbe essere interpretato come un riferimento alla diplomazia assertiva di Trump o al comportamento del Presidente russo Vladimir Putin. Von der Leyen ha ribadito che l’Unione Europea non invade né punisce i suoi vicini, un’osservazione che suona come una velata rimprovero alla grande potenza d’oltreoceano.

Le manovre politiche dell’inquilino della Casa Bianca includono minacce di annessione della Groenlandia e l’intenzione di rendere il Canada un altro stato americano, con pesanti penalità finanziarie promesse nel caso in cui Ottawa decida di allearsi con l’UE contro le tariffe statunitensi.

In risposta alla pressione dell’amministrazione americana su istituti accademici, von der Leyen ha riaffermato l’importanza, per l’Europa, di promuovere la libertà accademica e di incoraggiare dibattiti controversi nelle università. Questo si contrappone alle restrizioni imposte da Trump su alcune delle più illustri istituzioni educative degli Stati Uniti, dove sono state minacciate sanzioni e riduzioni dei fondi federali a meno che non si rispettino determinate richieste.

Di fronte a questa situazione, l’Europa sta cercando di attrarre studiosi e ricercatori americani, proponendosi come un rifugio accogliente e propizio alla ricerca e all’innovazione. Tornare a essere un centro nevralgico per la libertà scientifica e la ricerca è un obiettivo dichiarato da von der Leyen.

In occasione di un breve incontro avvenuto in Vaticano, durante i funerali di Papa Francesco, Ursula von der Leyen e Donald Trump hanno convenuto di tenere prossimamente un incontro formale per discutere ulteriormente queste tematiche complesse e controverse.

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