Nelle recenti elezioni presidenziali polacche, la vittoria di Karol Nawrocki, noto nazionalista, ha sollevato preoccupazioni significative tra legislatori e attivisti per i diritti delle donne. Questo risultato elettorale, ottenuto con il supporto del partito Legge e Giustizia (PiS) di destra e dal presidente americano dell’epoca, Donald Trump, è visto come una potenziale minaccia ai già limitati diritti riproduttivi delle donne in Polonia.
Karol Nawrocki, autodefinitosi ultras del calcio, ha prevalso di misura sul rivale centrista Rafał Trzaskowski. Questa vittoria rappresenta una battuta d’arresto per il governo centrista di Donald Tusk e la sua campagna, che puntava a liberalizzare le severe leggi sull’aborto del paese. Nika Kovač, coordinatrice della campagna “My Voice, My Choice”, ha espresso preoccupazioni, sottolineando che questo sviluppo rappresenta un “colpo duro per chi lotta per la libertà riproduttiva.”
In Polonia, l’aborto è già fortemente regolamentato, con disposizioni che permettono l’interruzione di gravidanza solo in casi specifici come stupro, incesto o pericolo per la vita della madre. Nawrocki ha già affermato che non appoggerà alcuna legge volta a estendere questi diritti. Ciò preclude cambiamenti significativi nelle politiche attuali, nonostante gli sforzi fallimentari del governo uscente di allentare queste restrizioni tramite iniziative legislative.
Le elezioni hanno evidenziato un certo disincanto tra l’elettorato, con molti che hanno scelto di non partecipare, riflettendo la disillusione verso le promesse politiche non mantenute. Attivisti come Kinga Jelinska del gruppo Abortion Dream Team esprimono delusioni simili, constatando che le speranze riposte in riforme legislative si sono infrante davanti agli ostacoli politici.
La deputata europea Joanna Scheuring-Wielgus ha riconosciuto che, con Nawrocki presidente, le prospettive di modifiche legali sull’aborto sono pressoché inesistenti. Questo scenario mette in evidenza la criticità di azioni parlamentari limitate dal potere di veto presidenziale.
Nonostante le sfide, gli attivisti non intendono cessare la loro lotta. Scheuring-Wielgus rimane fiduciosa che la discussione sui diritti delle donne riemergerà con forza in Polonia. Nel frattempo, situazioni come l’harassment subito dalle organizzazioni pro-aborto e dai medici in prima linea nella difesa dei diritti delle donne rimangono un grosso problema.
La responsabilità di sostenere i diritti fondamentali è stata sottolineata da rappresentanti dell’Unione Europea, come la deputata Manon Aubry, che ha recentemente visitato la Polonia per supportare i centri di aiuto alle donne. La campagna “My Voice, My Choice” continua a lavorare affinché l’Unione Europea istituisca fondi per facilitare alle donne l’accesso a cure mediche all’estero.
In questo contesto, l’attuale situazione in Polonia diventa un caso esemplare della necessità di movimenti sociali e supporto internazionale per difendere i diritti delle donne là dove le istituzioni politiche locali non riescono.