A Bruxelles, l’Unione Europea sta cercando una strategia per ottenere ulteriori risorse finanziarie dagli asset russi congelati, proponendo l’idea di investire questi fondi in opzioni più rischiose. Ciò consentirebbe di aumentare i finanziamenti destinati all’Ucraina, il tutto cercando di evitare accuse di appropriazione indebita del denaro di Mosca. Secondo fonti informate, tra cui quattro funzionari citati da POLITICO, l’esecutivo dell’UE sta valutando il trasferimento di quasi 200 miliardi di euro di asset statali russi, attualmente bloccati in Belgio, verso un fondo d’investimento con un potenziale di rendimento maggiore.

Questo piano mira a generare profitti significativi destinati a sostenere l’economia ucraina, gravemente provata dalla guerra, e a contrastare le minacce del Presidente statunitense Donald Trump di ridurre i finanziamenti internazionali verso il paese. Gli asset di origine russa sono stati congelati nel 2022 in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, ma l’idea non è di confiscarli completamente, soluzione che alcuni Stati membri dell’UE, come Germania e Italia, non condividono per questioni sia legali che economiche.

In base al piano, l’UE utilizzerebbe solo i profitti generati dagli investimenti, mantenendo intatta la base capitalizzata, nel tentativo di non violare il diritto internazionale. Già l’anno passato, i paesi del G7 si erano accordati per destinare all’Ucraina 45 miliardi di euro provenienti dagli asset congelati dalla Russia, somma in cui l’UE ha una quota di 18 miliardi di euro, destinata a essere esaurita entro la fine dell’anno.

I ministri delle finanze dei 27 paesi UE discuteranno di queste proposte durante una cena informale in Lussemburgo, giovedì. L’invito indirizzato ai ministri, da parte della presidenza polacca del Consiglio, richiede un aggiornamento sulle opzioni disponibili per l’uso degli asset russi congelati, nonché sui prossimi passi riguardanti il regime delle sanzioni. Inoltre, si è avanzata l’idea di utilizzare il nuovo schema di prestiti per la difesa dell’UE, SAFE, per finanziare l’acquisto di armi a favore dell’Ucraina.

Questa riunione segnerà l’inizio di un periodo di discussioni intense e complicate, come spesso accade quando le capitali europee devono bilanciare il sostegno all’Ucraina con le loro priorità interne.

Tra le soluzioni alternative, vi è l’idea di trasferire gli asset dal sistema Euroclear in Belgio verso una nuova entità sotto controllo dell’UE, che potrebbe gestire investimenti ad alto rischio ma potenzialmente molto profittevoli per l’Ucraina. Sebbene Euroclear attualmente investa gli asset in modo conservativo presso la Banca centrale belga, le rendite straordinarie ottenute nel 2024 ammontavano a 4 miliardi di euro, poi utilizzati per supportare il prestito del G7 all’Ucraina.

Esperti favorevoli a questo approccio ritengono che l’UE possa generare un flusso di denaro per aiutare Kyiv a lungo termine, anche nel contesto di un’eventuale stasi nei colloqui di pace con Mosca. Ciò potrebbe anche costituire una difesa contro un possibile veto ungherese, poiché la sanzione sugli asset russi è discussa e rinnovata all’unanimità ogni sei mesi.

L’UE sta tentando di istituire questo fondo con una maggioranza più semplice, per evitare l’ostacolo dell’unanimità, che potrebbe inciampare nel veto dell’Ungheria. Tuttavia, i critici avvertono che i contribuenti europei rischiano di pagare per eventuali investimenti fallimentari, dato che il bilancio dell’UE è già sotto pressione e il prossimo quadro finanziario pluriennale sarà in vigore solo dal 2028. L’UE dovrà affrontare sia vincoli economici che politici, essendo l’espansione del bilancio un processo che necessita dell’accordo unanime tra i membri, e l’opposizione ungherese molto probabile.

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