Nelle ultime ventiquattr’ore, le autorità del Perù hanno annunciato la revoca dell’allerta tsunami lungo le loro coste, un provvedimento inizialmente emesso a causa di un potente terremoto di magnitudo 8,8 registrato nella regione di Kamchatka. Questa decisione è stata comunicata dalla Direccion de Hidrografia y Navegacion della Marina militare peruviana attraverso un post sui social media. Jorge Vizcarra, direttore dell’organizzazione, ha dichiarato pubblicamente che, con la revoca dell’allerta, i porti peruviani possono presto riaprire. Nella giornata di ieri, le onde hanno raggiunto un’altezza superiore al metro lungo la costa peruviana, ma fortunatamente non si sono verificati danni significativi. Era stata decretata la chiusura di 126 porti e numerosi lidi erano stati evacuati in seguito all’allerta.
In Cile, il Servizio Nazionale di Prevenzione e Risposta ai Disastri ha ridotto l’allerta tsunami per l’Antartide a un livello di precauzione, mantenendo invece le allerte per le coste centrali e settentrionali del paese, dove più di un milione e mezzo di persone sono state invitate a evacuare. La zona di Conquimbo è stata identificata come particolarmente a rischio, con onde che hanno raggiunto i 60 centimetri.
In contrasto, il Giappone mantiene sempre l’allerta tsunami dopo il terremoto, invitando la popolazione a restare in vigilanza. Dal nord dell’Isola di Hokkaido fino alla prefettura di Wakayama, le misure preventive sono state imperative, con due milioni di residenti e turisti invitati a evacuare, nonostante la sfida rappresentata dalle alte temperature estive.
Anche la Polinesia Francese si è mobilitata a causa delle onde causate dal sisma, con il Presidente Emmanuel Macron che ha dichiarato che tutti i servizi statali sono operativi per proteggere i cittadini. Ondate comprese tra 1,1 e 2,5 metri hanno colpito le isole Marchesi, come confermato dall’Alto Commissariato della Repubblica della Polinesia Francese.
Nel frattempo, in Ecuador, le isole Galapagos hanno visto l’attivazione di un’allerta tsunami che ha provocato l’evacuazione delle aree costiere. Il governo ha chiuso temporaneamente sito turistici sulla base delle previsioni dell’Istituto Oceanografico Nazionale, secondo cui le onde potrebbero raggiungere un’altezza di 1,5 metri sulle coste ecuadoriane.
Sul fronte statunitense, l’allerta sulle coste californiane è stata parzialmente revocata, soprattutto nella zona di Los Angeles, mentre continua ad essere attiva per le regioni settentrionali. Anche la Russia ha tratto un sospiro di sollievo dopo che la Kamchatka, nonostante abbia visto onde fino a quattro metri e un’inondazione limitata, ha evitato vittime o gravi danni grazie a un attento sistema di allerta che ha permesso un’evacuazione tempestiva ed efficace.
In sintesi, l’evento sismico ha generato una vasta rete di reazioni e precauzioni lungo le coste del Pacifico, con diverse nazioni che hanno adottato misure necessarie per garantire la sicurezza delle loro popolazioni.