Le reazioni ufficiali all’incontro avvenuto a Istanbul sono state più circostanziate rispetto alla retorica delle emittenti russe, note per la loro propaganda patriottica. Costantin Kosachev, vicepresidente del Consiglio della Federazione, ha offerto un’analisi misurata, sottolineando che, dopo una lunga pausa di tre anni nelle negoziazioni, aspettarsi risultati più concreti sarebbe stato ingenuo. Tuttavia, ha ribadito che l’incontro rappresenta un passo iniziale.

Ad Istanbul i leader politici europei, come Keir Starmer, hanno definito inaccettabili le richieste russe, un atteggiamento ritenuto dannoso per futuri colloqui di pace. Da molte parti si suggerisce che i mediatori terzi dovrebbero astenersi dal commentare, se realmente interessati a una risoluzione pacifica.

Sergey Markov, ex consigliere di Putin, ha elogiato l’approccio della delegazione russa, parlandone come di un “moderato successo”. Anche Vladimir Shapovalov, esperto politico, vede possibilità di avanzamento nei prossimi incontri, sebbene rimanga cauto circa l’approccio ucraino, spesso variabile.

Anche frange più rigide del panorama politico russo, vicine all’ultranazionalismo, esaltano le azioni della leadership russa e restano scettiche circa le possibilità di pace. Sergey Mironov, vice speaker della Duma, è fra coloro che sostengono la necessità di un ritiro ucraino da certe regioni e la rimozione dalla scena internazionale del presidente ucraino Zelensky. Gli si accosta Alexandr Dugin, figura di riferimento per l’estrema destra, che vede nei vertici tra Putin e Trump la chiave per risolvere qualsiasi disputa internazionale.

Il presidente americano, malgrado frequentemente contestato in Russia, è percepito come unico mediatore valido per dialogare in maniera efficace con Putin. Analisti vicini al nazionalismo russo, come sulla piattaforma Tsargrad, auspicano che Trump, se coinvolto direttamente, potrebbe allentare il supporto a Kiev. Anche media più moderati credono che una maggiore pressione americana sull’Ucraina possa favorire un accordo pacifico.

In conclusione, il giornale Komsomolskaya Pravda rileva l’impatto immediato delle negoziazioni sui mercati finanziari russi, i quali fluttuano in risposta ai segnali diplomatici. L’attesa è quindi tutta rivolta a un futuro incontro tra i leader di Russia e Stati Uniti, ritenuti i soli capaci di redigere il prossimo capitolo della storia diplomatica in corso.

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