Nonostante il summit di Istanbul sia finito senza un accordo, la volontà degli Stati Uniti di dialogare con la Russia rimane forte. Donald Trump continua a tenere la porta aperta a un confronto con Vladimir Putin. Il presidente americano, parlando da Abu Dhabi, ha espresso il desiderio di incontrare il leader russo, affermando che è forse giunto il momento di un confronto diretto, anche se l’esito rimane incerto. Trump ha annunciato l’intenzione di contattare Putin per fissare un meeting a breve termine.

Dal canto suo, Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha ammesso che un incontro di questo tipo è necessario, ma ha sottolineato l’importanza di una preparazione accurata. Tuttavia, queste parole lasciano perplessi molti osservatori internazionali, che si chiedono se non sia una strategia per prendere tempo.

Il desiderio di Trump di accelerare i tempi era già evidente durante una lunga conversazione telefonica con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che mirava a preparare il summit di Istanbul, poi sfumato. Marco Rubio, durante un incontro informale dei ministri degli Esteri della Nato ad Antalya, ha ribadito agli alleati l’importanza della questione. Trump, infatti, non cerca solo una tregua temporanea, ma una soluzione duratura per evitare una riaccensione del conflitto.

Nei prossimi giorni, il vicepresidente JD Vance si recherà a Roma per partecipare a una cerimonia religiosa significativa e intraprendere incontri con le delegazioni dei principali Paesi europei e con la diplomazia del Vaticano. Pietro Parolin della Santa Sede ha accennato alla possibilità di ospitare un dialogo tra le parti, suggerendo un incontro tra Zelensky e Putin.

Sebbene sembri improbabile un incontro tra Trump e Putin in Vaticano, la situazione internazionale richiede flessibilità. Vance e Rubio, profondamente cattolici, potrebbero anche esplorare questa possibilità. Trovare una sede neutrale non è facile, poiché Putin è sotto il peso di un mandato di cattura internazionale e una visita negli Stati Uniti o in Russia sarebbe complessa per entrambi i leader. Tra i pochi luoghi neutrali rimasti ci sono la Turchia e alcuni Paesi del Golfo Persico.

Contemporaneamente, gli Stati Uniti stanno sviluppando una strategia parallela. Vance e Rubio discuteranno a Roma una proposta del senatore Lindsey Graham che prevede pesanti sanzioni sull’esportazione di petrolio russo. Questa proposta ha già raccolto un ampio supporto bipartisan negli Stati Uniti.

Questa strategia mirerebbe a colpire i principali acquirenti di idrocarburi russi, in particolare Cina e India, con dazi molto elevati. Nonostante Trump abbia recentemente attenuato le tensioni sia con Pechino che con Nuova Delhi, il piano di Graham è ora sotto esame degli alleati della Nato e potrebbe rappresentare un punto di svolta nei rapporti internazionali.

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