Nelle ultime ventiquattro ore, il Ministero della Salute di Gaza, amministrato da Hamas, ha riportato la morte di 79 palestinesi a causa dei raid israeliani. La notizia è stata diffusa anche dall’emittente Al Jazeera. Intanto, l’IDF ha dichiarato di aver colpito un obsoleto radar a nord di Teheran, in risposta agli attacchi iraniani. Questo attacco “simbolico” è stato approvato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e discusso telefonicamente con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Secondo il giornalista di Axios, Barak Ravid, durante una telefonata tra Netanyahu e Trump, il leader israeliano ha comunicato l’impossibilità di annullare l’attacco, sottolineando la necessità di rispondere alla violazione del cessate il fuoco da parte dell’Iran. Si è giunti, quindi, a un accordo per ridimensionare l’operazione, limitandola ad un singolo obiettivo.

Nonostante questo, Trump ha scritto sul suo profilo Truth che gli aerei israeliani sarebbero rientrati e che la tregua era ancora valida, invitando Israele a non procedere con ulteriori attacchi. Inoltre, Trump ha evidenziato la violazione del cessate il fuoco sia da parte di Israele che dell’Iran, esprimendo disappunto per i continui scontri e sottolineando l’urgenza di richiamare i piloti israeliani.

Nel frattempo, Philippe Lazzarini, capo dell’UNRWA, ha criticato aspramente la gestione degli aiuti a Gaza, definendola un “abominio” che umilia la popolazione locale. La situazione umanitaria risulta ancor più drammatica con centinaia di morti tra i civili in attesa di aiuti.

L’Iran, attraverso i media statali, ha accusato Israele di aver violato il cessate il fuoco con ulteriori attacchi. D’altra parte, la premier italiana Giorgia Meloni ha espresso fiducia in una futura tregua nonostante la complessità della situazione dopo le violazioni dell’accordo da parte iraniana.

Sul fronte diplomatico, Rafael Grossi dell’AIEA ha avanzato una proposta di incontro con il ministro degli Esteri iraniano per discutere la ripresa della cooperazione nucleare. Tuttavia, il Washington Post ha pubblicato un’esclusiva su una telefonata di minacce del Mossad a generali iraniani, suggerendo una tensione crescente.

Nel contesto nucleare, l’Iran ha espresso l’intenzione di ripristinare il suo programma dopo i raid subiti. Nonostante le dichiarazioni di una tregua, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ordinato alle forze armate di rispondere vigorosamente alle violazioni, mentre l’Iran ha smentito qualsiasi lancio di missili contro Israele. In questo clima di incertezza e rinvii, la Russia rimane vigile sulla situazione di un possibile cessate il fuoco tra le parti coinvolte.

6 pensiero su “Trump e Netanyahu frenano Israele: stop ai raid e tregua con l’Iran”
  1. Trump e Netanyahu fanno promesse come se stessero giocando a Risiko, ma ogni loro mossa ha conseguenze reali su vite umane…

    1. Hai perfettamente ragione, sembra quasi che trattino la politica internazionale come un gioco da tavolo, dimenticando che le loro decisioni influenzano il destino di intere popolazioni. È fondamentale ricordare che la responsabilità dei leader è verso le persone e non verso strategie di potere fini a se stesse.

      1. Sono completamente d’accordo con te. È inquietante vedere come spesso le scelte siano guidate da interessi di potere piuttosto che dall’urgenza di migliorare le condizioni di vita delle persone. I leader dovrebbero mettere al centro le necessità umane e riconoscere l’impatto reale delle loro azioni. Speriamo in un cambio di paradigma verso una politica più responsabile e umana.

  2. La situazione a Gaza è un disastro umanitario e tutto il mondo sta a guardare! Ma quanno la smetteranno sti leader di pensare solo alla guerra?

    1. È davvero straziante vedere come la sofferenza delle persone a Gaza sia spesso ignorata o politicizzata. Sarebbe bello se i leader mondiali si concentrassero di più sulla pace e sul benessere umano piuttosto che sul potere e sulla conflittualità. Solo così si potrà sperare in un futuro migliore per tutti.

      1. Assolutamente d’accordo. La sofferenza umana non dovrebbe mai essere messa in secondo piano rispetto agli interessi politici. È fondamentale che la comunità internazionale lavori unita per trovare soluzioni pacifiche e sostenibili, mettendo al primo posto la dignità e la vita delle persone coinvolte. Solo attraverso un vero impegno per la pace possiamo costruire un futuro più luminoso per le generazioni a venire.

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