Nel contesto pittoresco di Kananaskis, in Alberta, i leader del G7 si sono riuniti per affrontare questioni complesse e urgenti. Tuttavia, l’evento è stato dominato dalle dichiarazioni sorprendenti del presidente Donald Trump, che ha mosso critiche nei confronti della decisione del 2014 di escludere la Russia dal G8, ribadendo che questo fu un errore di Barack Obama e dell’ex premier canadese Justin Trudeau. Secondo Trump, all’epoca, la Russia non rappresentava un nemico e Vladimir Putin è stato profondamente offeso dall’esclusione.
Durante questo vertice, il commercio, i minerali critici e le relazioni con la Cina sono stati al centro dei dibattiti. L’Unione Europea ha cercato di negoziare con gli Stati Uniti prima dell’entrata in vigore di nuovi dazi previsti per il 9 luglio. Inoltre, la crisi tra Israele e Iran ha gravemente influenzato la discussione, con i leader europei che cercano di persuadere Trump a spingere per una riduzione delle ostilità. Keir Starmer, il premier britannico, ha sottolineato il desiderio di de-escalation del conflitto.
Parallelamente, la questione cinese è stata sollevata da Trump, suggerendo che l’inclusione della Cina nel G7 potrebbe essere vantaggiosa. Nel mezzo delle discussioni, Trump, attraverso i social, ha lanciato l’allarme consigliando l’evacuazione di Teheran, aumentando la tensione riguardo alla situazione iraniana.
Nonostante le forti divisioni, i leader alla fine hanno concordato su una dichiarazione congiunta auspicando una risoluzione pacifica della crisi iraniana, puntando a una più ampia riduzione delle tensioni in Medio Oriente e insistendo su un cessate il fuoco a Gaza. La dichiarazione ha descritto l’Iran come una fonte di instabilità nella regione. Trump ha commentato che l’Iran dovrebbe agire presto per evitare conseguenze peggiori.
Nonostante la complessità dei temi trattati, il summit del G7 ha cercato di compiere progressi verso risoluzioni condivise, anche se l’atmosfera generale era tesa e incerta.