Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato un monito a Teheran, esortandola a concludere un accordo prima che la situazione degeneri ulteriormente, mentre in risposta a un attacco contro l’Iran, Israele ha chiuso le sue rappresentanze diplomatiche a livello globale. L’operazione militare israeliana, condotta nella notte di giovedì, ha colpito obiettivi cruciali, tra cui impianti nucleari, figure di spicco del regime e scienziati legati al programma atomico iraniano. In risposta, Teheran ha contrattaccato con oltre 100 droni, secondo quanto riferito da un portavoce militare di Israele.

Trump, nelle prime ore di venerdì, ha segnalato che, nonostante il massacro avvenuto, c’è ancora possibilità di evitare ulteriori devastazioni. Ha avvertito che i prossimi attacchi potrebbero essere ancora più devastanti, insistendo sulla necessità per l’Iran di giungere a un accordo prima che la situazione diventi irreversibile. Sempre venerdì, il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato la chiusura delle missioni diplomatiche nel mondo, sospendendo i servizi consolari, e ha consigliato ai cittadini israeliani di non esibire simboli ebraici in pubblico o condividere la loro posizione sui social media.

Questa serie di eventi ha innescato il timore di una possibile escalation verso un nuovo conflitto su larga scala in Medio Oriente. L’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, ha denunciato le azioni di Israele, avvertendo che il “regime sionista” si è assicurato un futuro doloroso. Trump ha sottolineato di aver offerto all’Iran diverse opportunità per cessare le sue attività nucleari, senza ottenere alcun successo. Ha inoltre ribadito il potere militare degli Stati Uniti, ricordando che Israele ha accesso a equipaggiamenti all’avanguardia.

In un post successivo, Trump ha rivelato di aver precedentemente dato all’Iran un ultimatum di 60 giorni per giungere a un accordo, sottolineando che quel termine è ora scaduto, lasciando aperta la finestra per una possibile nuova opportunità. La drammatica evoluzione della situazione ha sollevato le preoccupazioni dei leader mondiali, tra cui Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che ha definito la situazione allarmante, chiedendo moderazione e sforzi per evitare ulteriori tensioni.

Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha sottolineato l’importanza di lavorare per una de-escalation, indicandola come la priorità del momento. Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, ha dichiarato che sono state prese misure per proteggere cittadini e siti diplomatici e militari francesi nella regione, pur insistendo sulla necessità di trovare una soluzione diplomatica. A Londra, un portavoce ha comunicato che il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha discusso con i leader francesi e tedeschi, concordando sulla necessità di astenersi da ulteriori azioni militari.

Da parte di Israele, l’ambasciatore presso l’ONU, Danny Danon, ha chiarito che l’attacco è stato basato su informazioni indicative di imminenti azioni ostili da parte dell’Iran. Pur cercando di minimizzare vittime civili, Danon ha sottolineato la determinazione israeliana nel dimostrare la capacità di colpire ovunque a Teheran, sostenendo che l’attacco rappresenta un punto di svolta storico non solo per Israele ma per l’Occidente.

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