Dalla Grande Mela arrivano importanti notizie in merito ai negoziati di pace tra Ucraina e Russia. Recentemente, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha riacceso il dibattito sulla possibilità di ritirarsi dalle trattative qualora non si registrassero progressi significativi verso un cessate il fuoco, sottolineando che questo conflitto non è una sua responsabilità diretta. Ha invitato anche a considerare con cautela l’imposizione di nuove sanzioni contro Mosca, sostenendo che potrebbero risultare inefficaci.

Il concetto di “linea rossa” viene spesso associato a un avvertimento verso gli avversari, un’azione da non compiere per evitare conseguenze spiacevoli. Sebbene tali minacce talvolta restino inapplicate, Vladimir Putin ne ha fatto uso ripetuto prima dell’attacco all’Ucraina nel 2022, considerandola superata con l’ipotetica adesione dell’Ucraina alla NATO. Tuttavia, Trump ha recentemente reinterpretato il termine per indicare un possibile disimpegno.

Interrogato da una giornalista in merito a quale potrebbe essere il limite che lo porterebbe a ritirarsi dal ruolo di mediatore, Trump ha risposto vagamente, affermando che tali dettagli non saranno rivelati per non complicare ulteriormente i negoziati. Ha ribadito che, se non si compiranno passi avanti verso la pace, lascerà che le altre parti coinvolte proseguano autonomamente, sottolineando così il carattere internazionale del conflitto che non riguarda esclusivamente gli Stati Uniti.

Nonostante il recente contatto tra Trump, Volodymyr Zelensky e i leader europei subito dopo aver parlato con Putin, vi sono state preoccupazioni per l’apparente inclinazione al disimpegno degli Stati Uniti dalle pressioni su Mosca. Infatti, Trump ha avuto modo di riferire ai giornalisti che nuove restrizioni economiche su Putin potrebbero in effetti non essere la soluzione adatta in questo contesto.

L’ansia per una possibile uscita di scena americana ha indotto il presidente ucraino Zelensky a sottolineare l’importanza della permanenza degli Stati Uniti nei negoziati, poiché solo Putin potrebbe trarre vantaggio da un eventuale allontanamento. Mentre alcuni membri del governo americano, come il vicepresidente J.D. Vance e il segretario di Stato Marco Rubio, già da tempo accennavano all’importanza di altre priorità per la Casa Bianca.

Nonostante ciò, non è da escludere la possibilità che le sanzioni vengano attuate in futuro, come ha ricordato il segretario al Tesoro Scott Bessent. Inoltre, al Senato è in discussione una proposta di legge, sostenuta in modo trasversale, che coinvolgerebbe la politica americana in un contesto più ampio e fuori dal controllo diretto della Casa Bianca.

L’interesse del presidente sembra diversificarsi verso altre questioni globali, ad esempio un accordo con l’Iran riguardo il nucleare, tema su cui Trump ha preso una posizione ferma. Secondo l’inviato Steve Witkoff, non verranno tollerate attività di arricchimento dell’uranio da parte di Teheran, nemmeno per scopi civili. Tuttavia, molto dipenderà dalle discussioni che si terranno a porte chiuse nei prossimi incontri, come ci ricorda lo studioso Vali Nasr.

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