Dal fronte di Kiev, emergono notizie preoccupanti. Il rapporto del Gur, lo spionaggio militare ucraino, riferisce di un nuovo record: 472 droni russi lanciati in una sola notte. Questo segnale inquietante mostra che Mosca è pronta a intensificare gli attacchi, con la prospettiva di un bombardamento quasi continuo.

Negli Stati Uniti, il consigliere del presidente ucraino, Andriy Yermak, è in colloquio con il segretario Marco Rubio, sottolineando la necessità urgente di un rafforzamento delle difese aeree. Ma Obama sa che una risposta immediata potrebbe non arrivare, dato che il presidente Donald Trump discute contemporaneamente con Vladimir Putin. Il leader russo avverte di una reazione imminente ai recenti attacchi ucraini che hanno colpito duramente gli aerei militari russi.

Durante la telefonata tra Trump e Putin, si percepisce un clima teso: infatti, si è parlato di una “tempesta di fuoco” come rappresaglia, ma nessun accordo di pace sembra all’orizzonte. Nonostante la grave situazione sul campo di battaglia, Putin esclude qualunque tregua, sostenendo che una pausa verrebbe sfruttata solo per rafforzare l’arsenale occidentale a Kiev.

Il presidente Zelensky rifiuta categoricamente la proposta di Mosca che chiama ultimatum e ne critica le condizioni irragionevoli, come la cessione di cinque regioni. Intanto, i toni da parte russa si fanno sempre più duri: Putin accusa il governo ucraino di attacchi terroristici e giudica gli attacchi su Bryansk e Kursk una conferma della degenerazione del regime di Kiev.

In questo clima di tensione, Vladimir Putin ha contattato anche il Papa, sostenendo che l’eventuale escalation sarà responsabilità ucraina. Contemporaneamente, Sergei Lavrov avverte che sminuire i colloqui rappresenta un errore strategico, e invita ad esplorare tutte le vie diplomatiche.

D’altra parte, lo stesso Zelensky ribatte definendo vitale non farsi sviare dalla propaganda russa e rilancia con una nuova proposta di un incontro a quattro, coinvolgendo non solo Putin e Trump, ma anche il presidente turco Erdogan. Tuttavia, le divergenze tra le parti restano enormi e la speranza di dialogo sembra sfumare di fronte a una realtà sempre più bellicosa.

Nelle conversazioni con Trump e il Papa, Putin ribadisce che la notte sarà ancora lunga, lasciando intendere che i conflitti potrebbero proseguire senza tregua.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *