Una sparatoria devastante ha colpito la città di Graz, in Austria, il 10 giugno. Dieci persone hanno perso la vita e una trentina sono rimaste ferite all’interno dell’istituto Borg. L’assalitore, un ex studente ventunenne dell’istituto, è stato trovato morto in uno dei bagni, con la polizia che ha confermato il suicidio come causa del decesso. Secondo alcune fonti di cronaca, sembra che il giovane si considerasse vittima di bullismo e avesse interrotto gli studi.
L’azione delle forze dell’ordine è stata rapida ed efficiente. Dopo oltre due ore di operazione, l’area intorno all’istituto è stata messa in sicurezza e veicoli di polizia hanno iniziato a ritirarsi. Nel frattempo, i soccorritori continuano a prestare assistenza ai feriti. Secondo il giornale austriaco Salzburger Nachrichten, l’attentatore era in possesso di una pistola e un fucile da caccia, entrambi detenuti legalmente.
La gravità della situazione è stata immediatamente riconosciuta dalle autorità. La sindaca della città, Elke Kahr, e il presidente austriaco, Alexander Van der Bellen, hanno espresso il loro profondo dolore per quanto accaduto. In segno di lutto, il cancelliere Christian Stocker ha dichiarato tre giorni di bandiere a mezz’asta.
La tragedia ha avuto un forte eco non solo in Austria, ma anche a livello internazionale. Il ministro dell’Interno Gerhard Karner ha fatto visita alla città, e la rappresentante dell’Unione Europea Kaja Kallas ha espresso il suo sbigottimento, sottolineando quanto sia fondamentale che i luoghi di apprendimento rimangano sicuri per i giovani.
Questa sparatoria rievoca dolorosamente altri episodi simili avvenuti in Europa, anche se sono più frequenti negli Stati Uniti. Emerge dalle indagini che gli autori di simili atti spesso si percepiscono come vittime di ingiustizie sociali, indipendentemente dalla reale fondatezza di tali percezioni.
Questo terribile evento si verifica a pochi giorni dal decimo anniversario di un’altra strage a Graz, avvenuta il 20 giugno 2015, quando un uomo ha travolto la folla nel centro città. L’attuale sparatoria è il quinto attacco in una scuola austriaca dal 1993, indicando una tendenza inquietante che solleva molte questioni sulla sicurezza e la gestione delle armi da fuoco.