Il Regno Unito si appresta a lanciare una vasta indagine sulle bande di adescamento di minori, accusate di aver sfruttato migliaia di bambini su tutto il territorio nazionale. Sabato scorso, il primo ministro Keir Starmer ha annunciato questa decisione mentre si preparava per il suo viaggio verso il Canada per il Summit del G7. L’indagine, di carattere statutario, è stata decisa dopo che le autorità britanniche hanno esaminato i risultati di un’ispezione governativa in merito a questa problematica.
Inizialmente, Starmer aveva optato per un’indagine più contenuta, ma le forti pressioni da parte di personalità come Elon Musk hanno portato a un cambio di rotta. Musk, severamente critico, aveva accusato il governo britannico di inazione e aveva stigmatizzato il primo ministro per essere, a suo dire, “complice” in questo grave reato. Le critiche di Musk si sono intensificate a gennaio, quando definì la posizione del governo come inaccettabile.
Il rapporto guidato da Louise Casey, membro della Camera dei Lord, è stato fondamentale nel cambiare la decisione di Starmer. Dopo un’attenta analisi, Casey ha suggerito l’istituzione di un’indagine nazionale. Starmer, accogliendo tale raccomandazione, ha dichiarato: “Ho letto ogni singola parola del suo rapporto e accetterò la sua raccomandazione”.
La situazione è diventata ancora più pressante quando il quotidiano The Times ha pubblicato un articolo che anticipava il contenuto del rapporto di Casey, sottolineando l’urgenza di un’indagine pubblica. Negli ultimi quindici anni, si sono verificati numerosi casi di sfruttamento in varie città del Regno Unito, con un centro dell’attenzione su città come Rotherham e Rochdale, dove le bande coinvolgevano spesso giovani uomini di origine pakistana.
Critiche sono arrivate anche dal Partito Conservatore, con la sua leader Kemi Badenoch, che ha espresso disappunto per il ritardo nell’intraprendere un’indagine su vasta scala. Ha ribadito l’importanza di una risoluzione rapida per le vittime, affermando che “la giustizia ritardata è giustizia negata”.
A sostegno della decisione di Starmer si è espresso anche Nigel Farage, leader della Riforma del Regno Unito, definendo il passo “un gradito dietrofront”. Secondo lui, un’indagine completa ed eseguita correttamente metterà in evidenza le numerose falle nel sistema britannico, auspicando che le vittime finalmente ricevano la giustizia a loro dovuta e coloro che hanno commesso abusi siano chiamati a rispondere delle loro azioni di fronte alla legge.