In vista del vertice NATO previsto per la prossima settimana all’Aia, il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez ha manifestato la volontà del suo paese di ottenere un’esenzione dall’obiettivo di spesa per la difesa, che potrebbe essere fissato al 5 percento del PIL. Sánchez ha comunicato al Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, tramite una lettera resa nota da POLITICO, che pur rispettando gli obblighi nei confronti della sicurezza europea, la Spagna non può attualmente impegnarsi a raggiungere tale obiettivo di spesa in rapporto al PIL.

Attualmente, la Spagna detiene il livello di spesa militare più basso tra i membri dell’alleanza, investendo solamente l’1,3 percento del suo PIL nella difesa per il 2024. Inoltre, Sánchez ha precedentemente dichiarato che la Russia non rappresenta una minaccia diretta per la sicurezza del paese iberico. Mentre la Spagna raggiungerà quest’anno l’attuale obiettivo del 2 percento, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha esplicitato il desiderio che gli stati membri aumentino la spesa difensiva fino al 5 percento del loro PIL.

Per cercare di trovare un compromesso con Trump, Rutte ha proposto una suddivisione dell’obiettivo, suggerendo che il 3,5 percento dovrebbe essere dedicato esclusivamente alle spese militari, mentre l’1,5 percento potrebbe coprire aspetti correlati alla difesa, come la mobilità militare e la sicurezza informatica. Tuttavia, la NATO adotta un processo decisionale basato sul consenso, il che implica che ogni nazione ha il potere di bloccare le decisioni unanimi.

A luglio, il Ministro della Difesa spagnolo, Margarita Robles, aveva chiarito che la Spagna non ostruirà il raggiungimento di un accordo dell’alleanza riguardo alla soglia del 5 percento, ma manterrà il livello di spesa del 2 percento per il momento. Sánchez ha ribadito, nella sua lettera, la necessità di una formulazione che permetta un’interpretazione flessibile dell’obiettivo, oppure un’esenzione specifica per la Spagna, sottolineando che non intende ostacolare le ambizioni degli altri membri dell’alleanza.

Al contrario, in Svezia, c’è già stato un accordo tra le forze politiche per raggiungere il 5 percento entro il 2032, anche attraverso un considerevole aumento del debito pubblico. Secondo Sánchez, la Spagna può comunque soddisfare i requisiti di capacità militare richiesti dagli accordi NATO, senza raggiungere la nuova soglia proposta. Un eventuale aumento al 5 percento potrebbe minacciare il sistema di welfare, costringere ad incrementi fiscali per la classe media e ridurre l’impegno nella transizione ecologica e nella cooperazione internazionale.

Il premier spagnolo ha affermato che ogni governo ha il diritto di valutare i sacrifici che è disposto a compiere per tali obiettivi. Inoltre, ha notato come un incremento rapido della spesa probabilmente costringerebbe la Spagna ad acquistare equipaggiamenti preconfezionati, danneggiando così l’industria nazionale e svuotando i fondi destinati al welfare. La posizione del governo è influenzata dalla coalizione con il partito di sinistra Sumar, che si mostra contrario all’aumento delle spese militari, e che prevede di organizzare un evento parallelo al vertice della NATO a sostegno della pace. Il contenuto della lettera è stato inizialmente reso noto dal quotidiano spagnolo El País.

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