Il Cremlino sembra non avere intenzione di sacrificarsi per l’Iran, nonostante l’alleanza storica. Le priorità della Russia sembrano essersi spostate, specialmente dopo il recente attacco israeliano a Teheran. Durante una riunione emergente al Cremlino, cui hanno partecipato i principali esponenti della Difesa e del governo russo, si è discusso sull’importanza di preservare il rapporto emergente con Donald Trump e l’approccio diplomatico con Israele. La protezione dell’alleato iraniano, sebbene un legame storico, appare secondaria rispetto ai nuovi scenari geopolitici emersi con l’amministrazione Trump.

La potenziale approvazione di un accordo nucleare che limita l’arricchimento di uranio da parte dell’Iran potrebbe portare a un miglioramento delle relazioni tra Russia, Stati Uniti e Israele, benché Mosca non abbia ancora rilasciato conferme ufficiali a proposito. Tuttavia, tale mossa mirerebbe a evitare nuove tensioni nel Medio Oriente, una regione dove l’attività nucleare iraniana è stata a lungo una questione controversa. Mentre la Russia aspira a mantenere una postura di neutralità, è evidente che l’allineamento con la linea di Washington su questa materia potrebbe avvantaggiarla strategicamente.

Gli esperti suggeriscono che il posizionamento di Mosca come “amico distante” di Teheran, un ruolo sancito anche dalla partecipazione alla risoluzione ONU del 2010 contro l’Iran, offre alla Russia un’opportunità per mediare tra le parti in conflitto senza esporsi eccessivamente. Questa posizione potrebbe anche spiegare la riluttanza di Trump a rafforzare le sanzioni contro la Russia. Infatti, i benefici che deriverebbero da un’intesa con Trump, che vede l’Iran come un attore chiave, potrebbero offrire a Mosca diverse opportunità, tra cui vantaggi strategici in Ucraina.

L’atteggiamento “mediamente neutrale” della Russia nel conflitto mediorientale si conferma vincente, permettendo a Mosca di esercitare una certa influenza senza essere percepita come una minaccia diretta. In questo contesto, la possibilità di un successo nei negoziati sul nucleare con l’appoggio di Washington e Israele potrebbe ulteriormente rafforzare la posizione internazionale della Russia, allontanandola da un alleato “ingombrante” come l’Iran e consolidando relazioni più favorevoli con gli Stati Uniti.

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