Il Regno Unito si appresta a investire una somma significativa di almeno £3 miliardi per rinvigorire la propria industria della difesa e potenziare le sue capacità militari in vista di un possibile confronto con la Russia. La nuova strategia di difesa prevede la costruzione di sei stabilimenti per la produzione di munizioni, il rilancio del settore navale per potenziare la marina britannica e lo sviluppo di avanzati scudi di difesa antimissile. Queste iniziative sono parte di una revisione della difesa che verrà svelata all’inizio della prossima settimana.

Il governo britannico intende esplorare anche l’acquisizione di caccia americani in grado di lanciare armi nucleari tattiche, dimostrando così una determinazione a rafforzare ulteriormente la propria posizione militare. Secondo il Segretario alla Difesa del Regno Unito, John Healey, questa nuova strategia è progettata per inviare un segnale chiaro a Mosca, in risposta alle tensioni in corso con la Russia, attualmente concentrate nel conflitto ucraino. Healey ha affermato che tali misure dimostrano l’impegno del Regno Unito nel rafforzare non solo le proprie forze armate, ma anche il settore industriale.

Anche il Primo Ministro britannico, Keir Starmer, ha sottolineato in un editoriale l’importanza di questa revisione, evidenziando che il Regno Unito è sotto minaccia diretta da parte di stati dotati di tecnologie militari avanzate. Dunque, prepararsi a combattere e a prevalere in eventuali conflitti è una necessità.

Questa revisione globale arriva in un contesto di crescente impegno da parte dei paesi europei nel rinvigorire i propri settori della difesa. I più alti ranghi militari hanno espresso preoccupazioni sul fatto che la Russia potrebbe scatenare un conflitto di vasta portata nel continente prima della fine del decennio.

A livello europeo, l’Unione Europea ha annunciato un piano volto a liberare fino a €800 miliardi per nuove spese militari, segnalando uno sforzo concertato per rispondere alle minacce emergenti. Nel contesto della NATO, gli stati membri stanno considerando di elevare i loro impegni di spesa per la difesa al 5% del PIL, una mossa in parte stimolata dalle frequenti critiche del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha lamentato una spesa insufficiente da parte dei paesi alleati.

Il Segretario Healey ha promesso che il Regno Unito destinerà il 3% del suo prodotto interno lordo alla difesa entro il 2034, il che si tradurrebbe in un incremento della spesa annua di oltre £10 miliardi. Nell’ambito di questa nuova direzione, il governo britannico intende allocare £1.5 miliardi per modernizzare urgentemente le strutture militari e supportare l’acquisizione di 7.000 armi a lungo raggio di produzione nazionale. Un ulteriore investimento di £1.5 miliardi sarà destinato alla creazione di “fabbriche di munizioni ed energetica”, che si prevede genereranno circa 1.800 nuovi posti di lavoro in tutto il paese.

Si propone anche l’istituzione di un sistema di sorveglianza subacquea per tutelare le infrastrutture critiche sottomarine, nonché la reintroduzione di una guardia volontaria per proteggere strutture strategiche come gli aeroporti da potenziali attacchi di droni o altre minacce inaspettate.

Questo imponente programma di difesa è stato dettagliamente esaminato in un rapporto di 130 pagine, sviluppato da un gruppo coordinato dall’ex capo della NATO, George Robertson. Sebbene il documento si concentri principalmente sulla minaccia “imminente e pressante” costituita dalla Russia, si prevede che descriva la Cina come una “sfida sofisticata e persistente”.

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