In un contesto politico europeo che vede diversi Paesi affrontare la sfida dell’ascesa di movimenti di estrema destra, la Romania si trova al centro dell’attenzione con la recente vittoria di George Simion in un’elezione presidenziale seguita con grande interesse. Simion, a capo dell’Alleanza per l’Unione dei Rumani (AUR), rappresenta una novità politica che potrebbe portare la Romania verso un deciso orientamento a destra, a condizione che riesca a superare l’imminente ballottaggio del 18 maggio contro Nicușor Dan, sindaco centrista di Bucarest.
George Simion, 38 anni, si distingue per il suo carisma e il suo background di attivismo nazionalista. Amante dichiarato di Donald Trump, Simion ha iniziato il suo percorso nell’attivismo promuovendo fervidamente l’unificazione tra Romania e Moldavia, un disegno politico che rientra in un’ideologia ultranazionalista irredentista. La fondazione dell’AUR nel 2019 segue un tentativo infruttuoso di accedere al Parlamento europeo come candidato indipendente.
Il partito di Simion, che si ispira esplicitamente al “trumpismo”, è riuscito a ottenere la seconda posizione in termini di seggi nel parlamento rumeno nelle precedenti elezioni legislative. Con posizioni che riecheggiano quelle del movimento “Make America Great Again” (MAGA) di Trump, l’AUR si schiera a favore dei valori cristiani e della famiglia, contestando nel contempo il sostegno militare all’Ucraina. Il partito ha inoltre capitalizzato il malcontento sociale durante la pandemia di Covid-19, opponendosi alle restrizioni governative e promuovendo dubbi sulla sicurezza dei vaccini attraverso campagne sui social media.
Il percorso politico di Simion è tuttavia stato caratterizzato da momenti di intensa controversia. Egli è stato interdetto dall’entrare in Ucraina per un periodo di tre anni nel 2024, accusato da Kiev di attività antiucraine. Allo stesso modo, la Moldavia lo ha bannato ripetutamente, sostenendo che rappresenti una minaccia alla sicurezza nazionale. Tuttavia, Simion ha sempre negato simpatie filo-russe, dichiarandosi invece un fervente patriota rumeno.
In ambito internazionale, Simion ha puntato il dito contro Bruxelles, dichiarandosi pronto a sfidare regolamenti europei non condivisi pur ribadendo l’importanza dell’appartenenza della Romania all’Unione Europea. Ha trovato un modello politico nella figura della premier italiana Giorgia Meloni, chiedendo una “Melonizzazione” dell’Europa, e proferendosi fiducioso circa una futura “Simionizzazione”.
L’annullamento delle precedenti elezioni presidenziali, che ha visto la vittoria temporanea di Călin Georgescu, ha ulteriormente elevato la visibilità di Simion, consolidandone la posizione tra gli elettori. La cancellazione del risultato a seguito delle accuse di interferenze russe ha scatenato la sua reazione energica a difesa della democrazia e dello stato di diritto. La promessa di una posizione di rilievo per Georgescu in un eventuale governo Simion è stata una mossa strategica per consolidare alleanze politiche.
Le azioni teatrali di Simion, come durante il recente dibattito presidenziale, riflettono uno stile politico che non teme di polarizzare l’opinione pubblica, un tratto che lo ha accompagnato fin dagli albori della sua carriera nei movimenti di piazza. Mentre la Romania si prepara al ballottaggio del prossimo mese, il percorso di Simion da attivista di strada a potenziale leader della nazione rappresenta una svolta significativa nel panorama politico del Paese.