Nel corso della storia, i papi hanno sempre dovuto affrontare numerose sfide legate al loro tempo, come ad esempio eresie, pestilenze e invasioni. Nel 2025, Papa Leone XIV ha deciso di focalizzare il suo pontificato sulla riduzione dei pericoli legati all’uso incontrollato dell’intelligenza artificiale. Durante il suo primo discorso ufficiale ai cardinali, ha sottolineato i rischi che l’IA può rappresentare per la dignità umana, la giustizia e il lavoro. In un incontro successivo con la stampa, ha evidenziato l’immenso potenziale di questa tecnologia, sottolineando però l’importanza della responsabilità per poterla utilizzare a beneficio di tutti.

Proprio come fece Leone XIII nel XIX secolo durante la rivoluzione industriale, anche Leone XIV si pone come custode del bene comune di fronte alle nuove tecnologie. La scelta del nome papale da parte dell’ex cardinale Robert Prevost non è stata casuale, come affermato da un portavoce vaticano alla conclusione del conclave.

Secondo Paolo Benanti, frate francescano e consulente del Vaticano sull’etica dell’IA, è del tutto normale che la Chiesa offra le proprie competenze in un ambito così avanzato. Il Vaticano, spiega Maria Savona, esperta di IA e docente di economia dell’innovazione, ha l’obiettivo di prevenire sviluppi tecnologici che possano ledere i diritti umani e la dignità, danneggiando in particolare i lavoratori meno qualificati.

Molti eticisti, filosofi e imprenditori del settore tecnologico hanno già messo in guardia dai potenziali pericoli che derivano dalla creazione di forme di vita intelligente da parte delle aziende. Anche personalità come Elon Musk hanno paragonato lo sviluppo imprudente dell’IA all’evocazione di forze pericolose, simili ad un “Dio digitale”.

L’impegno del Vaticano nel ruolo di regolamentatore nell’ambito dell’IA è iniziato già con il predecessore di Leone XIV. Nel 2020, Papa Francesco ha convocato un summit con leader religiosi, politici e aziende tecnologiche, come IBM e Cisco, per sottoscrivere un impegno etico nello sviluppo della tecnologia IA.

Questa missione è di particolare rilievo per Leone, il primo papa americano, proveniente da una nazione chiave nella rivoluzione tecnologica. Gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Donald Trump, hanno intrapreso un percorso di deregolamentazione, focalizzandosi su progetti ambiziosi nel campo dell’IA. La Santa Sede potrebbe sfruttare la propria influenza nei paesi in via di sviluppo per promuovere un accesso più equo alle tecnologie AI.

L’Unione Europea sta anche modificando la propria strategia per mantenere competitività nel settore, considerando modifiche mirate alle regolamentazioni esistenti. Durante il summit di Parigi sull’IA, i leader internazionali hanno discusso più di affari che di protezione. Tuttavia, Benanti ritiene che la Chiesa potrebbe fungere da catalizzatore per una AI rispettosa della giustizia sociale, in particolare nelle nazioni cattoliche.

Nel suo primo incontro con il presidente italiano Giorgia Meloni, Leone XIV ha ribadito l’impegno per uno sviluppo etico e umanocentrico dell’intelligenza artificiale. Incontri simili erano stati precedentemente condotti da Papa Francesco, in occasione di incontri con il G7 a proposito dell’etica dell’IA.

Inoltre, il Vaticano, attraverso le sue reti, può giocare un ruolo fondamentale nella promozione della standardizzazione globale della regolamentazione dell’IA, come suggerito da Savona. Questo potrebbe contribuire a mantenere in equilibrio dignità umana e progresso tecnologico.

Nonostante ciò, anche il pontefice si è trovato di fronte alla sfida dei contenuti creati dall’IA. Pochi giorni dopo l’inizio del suo pontificato, un video deepfake ha iniziato a circolare su YouTube, riportando false dichiarazioni del pontefice in merito al Burkina Faso.

Il difficile rapporto tra scienza e Vaticano ha una lunga storia, da quando nel XVII secolo le autorità religiose condannarono Galileo Galilei per le sue scoperte astronomiche. Secondo Benanti, però, molte persone di fede sono state anche scienziati.

L’efficacia con cui Papa Leone potrà perseguire la sua missione dipenderà dalla sua capacità di influenzare il mondo, potenzialmente attraverso il suo carisma. Savona sottolinea come il Vaticano sia dotato di una grande autorità morale a livello globale.

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