L’esercito israeliano ha dichiarato di avere intercettato con successo un missile proveniente dallo Yemen, evento che ha fatto scattare le sirene antiaeree in diverse aree del paese. La responsabilità di questo attacco è stata attribuita ai ribelli Houthi, i quali hanno lanciato un missile balistico verso Israele, costringendo diverse zone vicino a Gerusalemme e nel centro del paese ad attivare le proprie difese aeree.

A seguito di questa escalation, il Capo di Stato Maggiore dell’Idf, il tenente generale Eyal Zamir, ha deciso di annullare una prevista trasferta negli Stati Uniti. Il viaggio era legato alla speranza di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ma l’assenza di una tregua ha portato alla sua cancellazione. Zamir avrebbe dovuto prendere parte a una cerimonia di passaggio al Comando Centrale degli Stati Uniti e incontrare funzionari americani e leader dei gruppi ebraici.

Intanto, l’ONU ha espresso preoccupazione sui continui ordini di evacuazione israeliani a Gaza City, segnalando che la popolazione viene costretta a rifugiarsi in aree sovraffollate e insicure, sprovviste di beni essenziali. Solo una piccola percentuale di Gaza non è direttamente interessata dagli ordini di evacuazione o dalle zone militarizzate.

L’esercito israeliano, inoltre, ha rivelato di aver condotto un attacco con un drone in Libano, che ha portato all’uccisione di un agente di Hezbollah a Khiam. Da un cessate il fuoco stabilito nel novembre 2024, l’Idf afferma di aver eliminato oltre 230 operativi di Hezbollah per violazioni della tregua.

Nel frattempo, in ambito politico, l’Alta Corte di Giustizia israeliana ha impedito temporaneamente al governo di nominare un nuovo procuratore generale. La corte ha bloccato il licenziamento di Gali Baharav-Miara, il cui allontanamento è stato deciso dal governo per presunti motivi politici piuttosto che professionali.

Sul fronte diplomatico, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito l’intenzione di occupare integralmente la Striscia di Gaza, sottolineando che qualsiasi dissenso dal Capo di Stato Maggiore potrebbe portare alle sue dimissioni. Netanyahu ha avuto l’appoggio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha dato il suo consenso per un’operazione contro Hamas.

Nel contesto internazionale, il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso solidarietà al Libano, ricordando l’esplosione di Beirut avvenuta cinque anni fa e affermando che la Francia continuerà a sostenere la ricostruzione del paese.

Tuttavia, la situazione a Gaza rimane drammatica, con almeno 67 palestinesi uccisi in un solo giorno sotto il fuoco israeliano. L’agitazione è alimentata anche domulatoria poiché le vittime, tra cui diverse persone in fila per gli aiuti umanitari, aumentano.

Infine, negli Stati Uniti, un documento del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale stabilisce che le città e gli stati dovranno certificare di mantenere relazioni commerciali con le aziende israeliane per continuare a ricevere finanziamenti d’emergenza, una condizione che potrebbe influenzare le politiche locali riguardo il boicottaggio di Israele.

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