Lunedì scorso, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha espresso una critica inusualmente severa nei confronti dell’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, una posizione rara per un leader tedesco. Durante un’intervista trasmessa dalla televisione pubblica, Merz ha dichiarato di non comprendere più il fine dell’azione militare israeliana a Gaza, sottolineando che il danno arrecato alla popolazione civile non può più essere giustificato come lotta contro il terrorismo di Hamas. Queste dichiarazioni segnano un possibile cambiamento nella tradizionale politica di appoggio della Germania a Israele, uno dei suoi principali sostenitori europei, soprattutto in considerazione del passato nazista del Paese.
La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza si è aggravata a seguito del blocco degli aiuti, durato 11 settimane, come segnalato da diverse organizzazioni umanitarie. Merz ha affermato che, sebbene la Germania debba essere particolarmente cauta nel fornire indicazioni pubbliche a Israele, è necessario prendere posizione quando vengono violati i diritti umanitari internazionali. Ha inoltre dichiarato che avrebbe discusso la questione con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un incontro successivo programmato per la settimana.
Il cancelliere tedesco ha ribadito l’importanza del sostegno a Israele, avvertendo però che il governo israeliano non dovrebbe compiere azioni inaccettabili per i suoi alleati più stretti. Le osservazioni di Merz emergono in un momento in cui, in Germania, cresce il dibattito sull’appoggio militare del governo a Israele, con alcuni membri del Partito Social Democratico (SPD), partner minore della coalizione di governo, che chiedono la sospensione delle esportazioni di armi verso Israele. Adis Ahmetovic, portavoce per la politica estera dell’SPD, ha sottolineato che le armi tedesche non dovrebbero contribuire a disastri umanitari o a violazione del diritto internazionale.
Anche Felix Klein, commissario del governo tedesco per la lotta all’antisemitismo, ha alimentato il dibattito esortando a una discussione più trasparente sul significato della “ragione di stato” tedesca nei confronti di Israele. Klein ha rimarcato la necessità di garantire la sicurezza di Israele e degli ebrei in tutto il mondo, ma ha sottolineato che non si può giustificare ogni azione, specialmente quando queste includono il deterioramento delle condizioni di vita del popolo palestinese.
Finora, la Germania si era generalmente astenuta da critiche dure verso Israele, al contrario di Gran Bretagna, Francia e Canada, i cui leader hanno recentemente espresso congiuntamente preoccupazione per la situazione nella Striscia di Gaza, definendola “intollerabile” e sollecitando Israele a interrompere l’escalation militare. Netanyahu, in risposta, ha criticato duramente tali richieste, affermando che fermare la guerra prima che i militanti di Hamas siano debellati equivarrebbe a premiare l’attacco del 7 ottobre e a esortare a ulteriori atrocità simili.