Il Gruppo Lovehoney, rinomato venditore di articoli per il benessere sessuale, ha recentemente sollevato una questione riguardante le politiche di contenuto di Google di fronte alla Commissione europea. L’azienda, con sede nel Regno Unito, sostiene che le attuali restrizioni di Google Search infrangono la normativa dell’Unione Europea, escludendo ingiustamente i loro prodotti legittimamente venduti dai risultati delle ricerche web.
Secondo Lovehoney, la funzione Safe Search di Google, che filtra i contenuti per determinati utenti, penalizza ingiustificatamente i collegamenti ai loro prodotti, che sono legali e privi di limitazioni d’età, sui siti come Womanizer.com e We-Vibe. Nel frattempo, articoli analoghi venduti da grandi rivenditori come Rossmann e Carrefour non subiscono simili restrizioni. Questo trattamento differenziato, secondo l’azienda britannica, rappresenta una violazione del Digital Markets Act (DMA) dell’Unione europea, un regolamento pensato per mantenere un mercato digitale giusto e accessibile.
Il 7 marzo, Lovehoney ha formalmente sottoposto questa problematica alla Commissione, successivamente interfacciandosi con l’ufficio responsabile del DMA. Verena Singmann, portavoce del gruppo, ha dichiarato a POLITICO che l’obiettivo principale dell’azienda è promuovere la soddisfazione e l’autodeterminazione sessuale, valori che considera fondamentali per il benessere e la felicità individuale.
Singmann ha inoltre espresso l’auspicio che la Commissione Europea intervenga affinché le politiche di contenuto vengano applicate con equità e trasparenza da parte dei grandi gestori. La Commissione, tramite un suo rappresentante, ha confermato la ricezione del reclamo, attualmente sotto esame come “informazione di mercato”, poiché la normativa non prevede un meccanismo formale per le denunce.