Israele sta vivendo uno dei periodi militari più costosi della sua storia, con operazioni belliche che stanno drenando le sue risorse economiche. Secondo The Economic Times, il costo del conflitto a Gaza ha già superato i 67,5 miliardi di dollari entro il 2024, e ora l’apertura di un nuovo fronte contro l’Iran sta aggiungendo ulteriori spese. Le prime fasi della campagna militare contro Teheran hanno richiesto imponenti investimenti, con costi iniziali di 1,45 miliardi di dollari in soli due giorni, secondo Ynet News. Attualmente, Israele destina circa 725 milioni di dollari al giorno alle operazioni militari contro l’Iran. Questa situazione, unita all’intenso reclutamento dei riservisti, sta comprimendo la produttività civile ed esercitando una pressione significativa sul bilancio del Paese, che ora assorbe quasi il 7% del Pil, secondo solo all’Ucraina a livello globale.
Le preoccupazioni crescono anche sul fronte diplomatico. Il New York Times riporta che, secondo l’intelligence statunitense, l’Iran non ha ancora deciso di sviluppare un’arma nucleare, nonostante disponga del materiale necessario. Tuttavia, la tensione persiste, con Israele che continua ad attaccare siti nucleari iraniani. Da parte sua, il governo britannico, attraverso il Ministro degli Esteri David Lammy, ha sottolineato l’importanza di una soluzione diplomatica per evitare un escalation del conflitto. Allo stesso tempo, l’Italia, attraverso il Ministro della Difesa Guido Crosetto, ha chiarito che non intende partecipare a un eventuale conflitto con l’Iran.
In termini militari, le Forze di Difesa Israeliane hanno intensificato le operazioni nel territorio iraniano, con attacchi a strutture considerate militari. L’aviazione israeliana ha recentemente intercettato un drone iraniano sopra Haifa, un segnale delle crescenti tensioni tra i due paesi. Intanto, gli Stati Uniti hanno ritirato gran parte dei loro aerei da una base in Qatar, presumibilmente per evitare possibili attacchi iraniani, mentre Washington valuta l’opzione di un intervento militare diretto.
La situazione rimane altamente volatile, e gli esperti avvertono che anche una rapida risoluzione delle ostilità potrebbe non essere sufficiente a sanare i danni economici già provocati. Con un deficit previsto al 4,9% del Pil, Israele si trova in una delicata posizione finanziaria, e il suo futuro economico potrebbe essere messo a dura prova se il conflitto dovesse protrarsi.